Brugnaro svuota le Municipalità i presidenti minacciano ricorsi

Lunedì riunione per decidere la risposta. Bettin: «Non accetteremo l’unilaterale cancellazione di competenze e ruoli». Trabucco e Conte: «Delibere a nostro avviso illegittime». Bellato isolato
Di Mitia Chiarin
Agenzia Candussi. giornalista: Artico. Descrizione: primo consiglio comunale Municipalità di Favaro Veneto. Nella foto: Bellato Marco, presidente Municipalità Favaro
Agenzia Candussi. giornalista: Artico. Descrizione: primo consiglio comunale Municipalità di Favaro Veneto. Nella foto: Bellato Marco, presidente Municipalità Favaro

Lunedì i presidenti delle sei Municipalità si incontreranno per un primo esame, congiunto, delle delibere che tolgono poteri alle Municipalità. Sui contributi del minimo vitale alle famiglie in difficoltà, su patrocini, concessioni di spazi pubblici, esenzioni dalle affissioni, su trasporti e refezioni scolastiche e biblioteche e sulle assegnazioni delle palestre la decisione si sposta a livello centrale.

Le otto delibere della giunta Brugnaro che depotenziano le Municipalità sono state inviate ai presidenti di centro storico, isole e terraferma. I parlamentini dovranno esprimere il parere (non vincolante) prima che i provvedimenti siano votati dal Consiglio comunale. E lo scontro tra Municipalità e primo cittadino si fa adesso ancora più aspro.

I presidenti studiano una linea comune di azione e lunedì si riuniranno per affrontare la questione. E valutare la strada dei ricorsi. «È il rapporto di prossimità con i cittadini che rischia di saltare», avverte Gianluca Trabucco, presidente di Chirignago-Zelarino. «Io vedo molti punti di illegittimità di questi atti rispetto al testo unico degli enti locali che prevede le Municipalità per garantire la partecipazione, la consultazione, i servizi di base. In questo modo si disattende e alle Municipalità resta solo il potere della consultazione».

Andrea Martini (Venezia) ha già parlato di «emergenza democratica». È il Testo unico (decreto legislativo del 2000) a prevedere per le città sopra i 200 mila abitanti la presenza di “circoscrizioni di decentramento”. Un decentramento punto di forza delle giunte di centrosinistra ma poi via via ridotto nel suo peso (molte polemiche con l’ex sindaco Orsoni). Gianfranco Bettin, presidente di Marghera, come i colleghi, è pronto a discutere di funzioni ma non di enti svuotati. «Non siamo disponibili a subire l’unilaterale cancellazione di competenze e ruoli. I presidenti delle Municipalità e i consiglieri, esattamente come il sindaco e i consiglieri comunali, sono stati eletti direttamente dai cittadini, chiamati al voto su una precisa struttura e precise funzioni delle Municipalità. Per questo stiamo preparando ricorsi nelle sedi più adeguate (dal Tar alla Corte Costituzionale) e per questo intendiamo chiedere che la questione venga anche sollevata in Parlamento».

Ad interrogazioni lavorano i parlamentari veneziani del Pd che lunedì discute della emergenza decentramento in via Cecchini. I presidenti vogliono anche coinvolgere i cittadini, che a loro dire saranno penalizzati da queste scelte. Per giovedì Trabucco ha indetto una riunione con le società sportive. Lo stesso intende fare Vincenzo Conte a Mestre Centro. «Dovremo spiegare ai cittadini perché si allungheranno i tempi. Noi potremo solo proporre e al sindaco spetterà l’ultima parola», dice Conte. Non teme depotenziamenti Marco Bellato, il presidente fucsia di Favaro. «Valuteremo attentamente le delibere ma non farei strumentalizzazioni. Si prevede che poi le funzioni ci debbano ritornare, quindi ragioniamo con serenità. Il nostro compito è stare tra i cittadini».

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