Brugnaro si sfila dalla corsa: «Non mi candido a sindaco»

Il presidente dell’Umana si chiama fuori dalla campagna elettorale. «Ma basta parlare di equilibri, affrontiamo le emergenze»

VENEZIA. «Non sono della partita. Anche se non bisogna mai dire mai». Eccolo il convitato di pietra. Il candidato «possibile» del centrodestra – ma non solo – che tutti evocano come pronto a scendere in campo e unificare le opposizioni. Ma lui smentisce. «Adesso sono concentrato sulla partita di domenica con Avellino», sorride, «una partita che vogliamo vincere». Presidente dell’Umana e della Reyer, per anni a capo di Confindustria Venezia, Luigi Brugnaro è uno degli imprenditori emergenti della provincia. Acquista terreni e finanzia restauri di pregio come quello della sansoviniana Misericordia, avuta in concessione dal Comune. Ha riportato la Reyer basket a livelli di eccellenza, è a capo di un’azienda di 12 mila persone. Scenderà in politica per fare il sindaco? «Non ci penso proprio», insiste, «anche se questo non vuol dire che io non mi interessi di politica».

Dunque?
«La nostra città vive una situazione difficile, bisogna ripartire. E per far questo occorre mettere insieme tutte le energìe migliori».

Che significa, grande coalizione?
«Come in una partita di basket i candidati sindaci sono avversari ma non nemici. Finita la partita, chiunque abbia vinto, bisogna darsi da fare. Confrontarsi sulle cose da fare, sulle idee».

Non sta andando così?
«Mi sembra con tutto il rispetto che si stia parlando più di posti che di cose da fare per l’economia della nostra città. Ci vogliono idee, ci si confronta e poi si decide. Ma non si può stare fermi».

Brugnaro parteciperà alla campagna elettorale?
«Mi piacerebbe che una volta eletto, il futuro sindaco voltasse davvero pagina. E avesse l’umiltà di ascoltare prima di decidere. Cominciando da chi con le sue sole forze qualcosa in questa città ha fatto».

E poi?
«Si rendesse conto che per far politica non basta parlare di posti e di equilibri, trovare alleanze e farsi spingere da qualcuno. Insomma, giocare a fare la politica. Bisogna avere una visione del futuro, pensare in grande. E sapere che esiste una sofferenza. Ci sono i disoccupati e i poveri, le persone sono disperate. Non possiamo aspettare ancora».

Chi farà il sindaco per il centrodestra?
«Non lo so. Ma alla fine chi sarà eletto sarà il sindaco di tutti. Dunque dovrà ascoltare tutti se vorrà fare il bene della nostra città. Parlano delle emergenze e dei temi aperti. Ma ci sono anche i temi da aprire, le cose da fare insieme invece di bloccare sempre tutto. Le idee degli altri non vanno demonizzate, ma ascoltate con umiltà. E realizzate se sono buone».

Cosa dovrà fare la nuova amministrazione?
«Cambiare metodo e cambiare atteggiamento. Essere l’amministrazione di tutti, aiutare i cittadini realizzando progetti senza perdersi nella lotta politica e nella ricerca delle poltrone».

È quasi un programma elettorale. Brugnaro non correrà, sicuro?
«Ho tante cose che mi tengono impegnato. Non sono in campo come candidato».

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