Brugnaro rilancia la grande coalizione
“Grosse koalition” in salsa lagunare. Il sindaco Luigi Brugnaro lancia da Ca’ Farsetti l’appello “all’unità”. Elogia il premier Matteo Renzi e il capo dell’opposizione Renato Brunetta. Annuncia il suo appoggio all’imprenditore napoletano Gianni Lettieri. Industriale del tessile che si è “fatto da sé”, proprio come Brugnaro, candidato a sindaco. «Spero ce la faccia. Anche di me dicevano che non ce l’avrei fatta».
Brugnaro show a Ca’ Farsetti. Il “punto stampa” è occasione per parlare di tutto. «Lei sta diventando un personaggio nazionale», gli chiedono, «pensa a una carriera politica?». E i segnali bipartisan preludono alla creazione di un nuovo partito? Brugnaro prende il fiato. «Apprezzo Renzi perché è una persona coraggiosa», dice, «e perché ha provato a riformare l’Italia». Filorenziano? «Sono filovernativo, nel senso che credo che tutte le persone capaci e per bene devono lavorare insieme per il bene collettivo», scandisce il sindaco, fresco dal colloquio con il premier a San Giobbe e a Ca’ Farsetti.
Ce n’è anche per Brunetta. «Il primo che mi ha dato credibilità è stato Brunetta, È una persona intelligente, ha capito che bisognava mettere insieme le forze, lavorare in modo trasversale. I leader si vedono anche da questo. Ha saputo rimettersi in gioco dopo avere perso proprio qua. I tedeschi ci sono arrivati dieci anni fa». Merito di Brunetta, «quello di aver affrontato, anche se a modo suo il problema della Pubblica amministrazione. Io sono un neofita, certe cose non le so. Ma le regole sono talmente astruse che rallentano lo sviluppo».
Brugnaro racconta del suo incontro con i sindacati. «Ho proposto di fare una scheda dei precari, fargli dire quali sono i loro interessi, dove abitano. Vuole schedare i dipendenti? mi hanno fermato i sindacati. Allora ho proposto un tavolo, che va sempre bene. Un tavolo per decidere come fare il questionario... Capito?».
Insiste sull’appello all’alleanza. «Da solo non la cambio ’sta città, anche perché l’energìa non dura per sempre. Serve l’aiuto di tutti. Bisogna uscire dall’ipocrisia, per anni non ci hanno detto la verità». Cita la Reyer e il salvataggio della squadra di basket. «Siamo partiti in 17, nessuno ci credeva. Adesso tutti a cantare le glorie del nostro leon. Si salta sempre sul carro del vincitore.
«Apertura anche agli avversari dell’opposizione: «Quando si perde una partita non è che poi si odia l’avversario. Il giorno dopo andiamo a bere un bicchiere e collaboriamo. E adesso non scrivete che sono un ubriacone». Un futuro da leader nazionale? «Non so cosa farò domani. Ma è bene che ci sia un ricambio».
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