Brugnaro dichiara guerra a kebab e phone center
Firenze ha varato il cosiddetto "regolamento Unesco" per il proprio centro storico, e Venezia è pronto a copiarlo, per ridare dignità ai negozi della città lagunare e della sua terraferma. Nel mirino, ha spiegato giovedì il sindaco Luigi Brugnaro, il proliferare di quei "negoziettì che con il passare del tempo sono diventati ricettacolo di paccottiglia di vario genere e natura, spesso con "Made" sconosciuto, ma anche i kebab, le tante pizzerie al taglio, i money transfer e phone center".
Una battaglia che Venezia aveva tentato più volte, ma senza successo, cominciando con il restyling (ancora sulla carta) della Ruga degli Oresi, ai piedi del restaurando Ponte di Rialto. Ora che Firenze fa scuola, anche la città dei Dogi pensa ad una stretta nelle licenze ai negozi che con Venezia non hanno nulla a che fare. L'obiettivo è ridare lustro alle botteghe più vicine alla tradizione lagunare, che vanno dal vetro di Murano ai merletti di Burano, ma anche all'alimentare, purché frutto della produzione locale, come i classici 'cichetì, gli assaggini che vanno dal pesce fritto passando per i tramezzini.
Brugnaro fin dalla campagna elettorale della scorso anno aveva messo al centro dei tanti problemi della città quello del recupero della sua dignità. «Certi ciarpami, materiali dei quali in certi casi non si conosce bene la provenienza, mal si conciliano con la città - ha detto mercoledì -. Sono cose che non c'entrano nulla con la nostra storia e che, francamente, creano disagio. A Firenze è stato fatto un lavoro di regolamento commerciale che io condivido». Brugnaro ha poi ricordato che negli scorsi anni «sono state fatte delle leggi che liberalizzavano tutto, senza una logica, e che non hanno dato grandi frutti. Venezia sceglierà la qualità, lo ha fatto Firenze che ha la sua particolarità. Noi abbiamo la nostra. Vogliamo puntare ad un livello alto, che non vuol dire di reddito, ma di comportamento».
Brugnaro ha sottolineato come per fare questo lavoro ci vuole il concorso dei cittadini e «Noi - ha concluso - chiediamo l'aiuto alla città e la città si sta muovendo. C'è tanto lavoro da fare e abbiamo bisogno della collaborazione di tutti». Tra le battaglie già avviate in chiave decoro ma anche sicurezza quella con il ritorno per calli e campielli di vigili urbani anche da soli e il controllo di Campo Santa Margherita - il cuore della movida veneziana - per limitare gli eccessi nell'uso dell'alcol, gli schiamazzi fino a notte fonda ai danni dei residenti e il contrasto allo spaccio di stupefacenti.(ANSA)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia