Brugnaro cambia linea: «Gay Pride a Venezia»

Il sindaco apre alla manifestazione e offre il patrocinio al Queer Lion Award. Sui libri gender: <I bimbi di tre anni vanno tutelati"
Brugnaro cambia linea «Gay Pride a Venezia» diritti e polemiche
Brugnaro cambia linea «Gay Pride a Venezia» diritti e polemiche

VENEZIA. «Gay Pride a Venezia? Ho detto che non mi piacciono le manifestazioni sopra le righe, ma il diritto di manifestare è per tutti e lo rispetto. Se vogliono venire in Canal Grande lo facciano. Faremo una sfilata aperta anche agli eterosessuali e magari con Elton John che suona».

Tornato dalle ferie, il sindaco Brugnaro cambia linea. Promette che non manderà più valanghe di tweet («Ma ero in vacanza, volete impedirmi di mandare un tweet? La vecchia politica aveva paura dire le cose, io no, dico quello che penso»). E apre clamorosamente alla sfilata degli omosessuali. Per dimostrare che si è trattato di «un fraintendimento» e di una «strumentalizzazione» lancia la sua proposta. «Il Comune darà il patrocinio al Queer Lion Award», attacca, «iniziativa collaterale alla Mostra del Cinema che premia il miglior film e promuove la cultura del rispetto per i diversi orientamenti sessuali». «Non ho nulla contro i gay. E forse anche a loro non piacciono queste manifestazioni diventate un po’ pittoresche». Perché, dice Brugnaro, «il Gay Pride era nato come una rivolta, una lotta per i diritti. Ma oggi non possiamo dire che i gay non hanno diritti. È cambiato il mondo, come la lotta degli operai a Marghera». Dunque, apertura anche al Gay Pride.

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Il Gay Pride veneto 2014 a Venezia

Brugnaro in versione «moderata» affronta anche il tema dei libri gender. Polemica che ha fatto il giro del mondo, con i tweet inviati dal sindaco «Elton John, tira fora i schei». E adesso alle editrici dei libri gender «vietati» ha risposto addirittura papa Francesco. Certo non per incoraggiare la teoria gender. Ma garantire «attenzione». «Il Papa ha fatto bene, gli editori hanno il diritto di stampare quello che vogliono», sbotta Brugnaro, «io non ho vietato proprio niente. I libri ci sono nelle biblioteche. Ho detto soltanto che non voglio che siano imposti a bambini di tre anni, che devono essere genitori ed educatori a decidere». Dunque niente libri vietati? «Chi dice questo tenta di mascherare la verità», si infiamma Brugnaro, «io ho solo detto che ai bambini non si possono imporre quelle letture».

E nei prossimi giorni, ha spiegato il sindaco, comincerà a lavorare la commissione presieduta dall’assessore al Welfare Simone Venturini, che dovrà esaminare i vari libri. «Mi pare che questa commissione non sia mai stata fatta», dice. Un tentativo, in ogni caso, di sopire una polemica sfuggita di mano. Che ha portato a intervenire artisti e associazioni gay, comitati e intellettuali da tutto il mondo. Polemica estiva, che il sindaco ha alimentato via twitter anche durante le sue vacanze in Croazia. «Mi spiace per tutti», ha concluso ieri con un sorriso, «ma io dico quello che penso, lo faccio con la massima trasparenza. Adesso sono tornato al lavoro e come avete visto il numero dei tweet è diminuito. Perché qua si lavora e, ricordo, io sono l’unico sindaco che lavora a costo zero, senza stipendio. Ma in vacanza posso anche divertirmi no?».

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