Brugnaro all'Ermitage: «Putin a Venezia per la pace»
VENEZIA. «Venezia ponte di pace tra culture e religioni diverse». Il sindaco Brugnaro lo ripete da tempo. Lo ha ribadito ieri in una sede prestigiosa: il museo Ermitage di San Pietroburgo. Annunciando l’impegno dell’Italia «per togliere al più presto l’embargo alla Russia». Giornata dedicata alla cultura italiana, con i massimi rappresentanti del governo russo e il direttore dell’Ermitage, uno dei musei più prestigiosi del mondo, Michail Piotrovskij. Ma anche il rappresentante speciale del presidente Putin, Mikhail Shvydkoy. A lui Brugnaro ha consegnato un messaggio particolare per Putin, invitandolo a Venezia per la Conferenza di pace che intende organizzare a palazzo Ducale in primavera. «Ho avuto segnali molto positivi», dice felice al telefono il sindaco al termine dell’incontro, «la nostra città ha avuto un riconoscimento importante. Non mi prendo meriti, era una strada già segnata. Ma adesso forse ci riusciremo a portare i grandi del mondo a Venezia per la pace».
Giornata cominciata all’insegna della cultura. Legame storico fra San Pietroburgo e Venezia. Città d’acqua, disegnata da architetti italiani, con il museo sul fiume Neva che ha decine di capolavori e sculture dell’arte italiana e veneziana. Al centro dei discorsi del ministro russo della Cultura Vladimir Medinskij il rapporto tra Russia e Italia. «L’Italia è per noi il principale punto di riferimento per la cultura», ha esordito. Il sindaco, che sedeva accanto al direttore di Ermitage Italia Maurizio Cecconi e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ha reagito entusiasta. «Dobbiamo fare lobby», commenta al termine dell’incontro, «fare in modo che il nostro Paese tolga alla Russia quell’assurdo embargo che penalizza le nostre imprese. Non solo sull’arte e sugli investimenti. Il parmigiano reggiano, il prosciutto, le manifatture delle nostre aziende. Si potrebbe aprire un mercato nuovo e interessante». L’obiettivo di Brugnaro è quello di «trovarsi al momento giusto nel posto giusto». Cultura, economia, politica internazionale. Per rilanciare anche Venezia e il lavoro.
«Sono molto onorato di essere qui, oggi, a San Pietroburgo, in uno dei musei più prestigiosi del mondo», ha esordito nel suo discorso alle autorità russe, «qui la mia città appare rappresentata in decine di quadri, marmi, incisioni e disegni per sottolineare il legame che unisce Venezia e, più in generale l’Italia, alla Russia, in ambito storico, artistico e culturale». La cultura come dialogo tra i popoli. Ma anche occasione di sviluppo dell’economia. «Dal rapporto tra economia e cultura», ha spiegato Brugnaro, «può nascere il rilancio della nostra città che oltre ad essere destinazione turistica vuole porsi come grande capitale delle culture e delle economie collegate con scelte di innovazione».
Missione compiuta, dunque. E il sindaco alla sua prima uscita importante all’estero è riuscito ad accreditarsi presso il governo russo per promuovere la città. Legami che erano stati annodati anche dall’amministrazione precedente e dal sindaco Giorgio Orsoni, ma che non avevano poi avuto seguito.
Adesso Brugnaro prova a capitalizzare. Consapevole che si gioca una carta importante anche dal punto di vista della credibilità. Se dovesse riuscire in quanto annunciato all’indomani della morte della giovane veneziana Valeria Solesin, uccisa dai terroristi dell’Is a Parigi, le sue quotazioni di immagine e internazionali salirebbero di un bel po’. Si avvicina dunque la possibilità che tra poco sia proprio Putin a prendere l’iniziativa, venendo a Venezia e magari partecipando alla grande conferenza sulla pace insieme a Obama e ai leader dell’Ue. Intanto il patto con i vertici della cultura russa - e con il braccio destro di Putin - sembra consolidato.
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