«Brugnaro affossa la città metropolitana»
«Brugnaro sta affossando la città metropolitana». È un’accusa di immobilismo e di paralisi quella che il Pd veneziano ieri mattina, riunito al “Palco” di Mestre, ha lanciato al sindaco dell’ente territoriale Luigi Brugnaro. La compagine ha presentato un documento che contiene le proposte del Pd nell’ottica del Piano strategico della città metropolitana di Venezia. Presenti la segretaria metropolitana, Gigliola Scattolin, il capogruppo in regione Alessandra Moretti e i rappresentanti a più livelli del partito: Fabio Poli, Adrea Ferrazzi, Nicola Pellicani, i sindaci rispettivamente di San Donà, Andrea Cereser, e Alberto Polo di Dolo, deputati, consiglieri regionali (Pigozzo e Zottis) e metropolitani.
«Dovremmo aprirci a città europee come Monaco, Parigi, Berlino», ha esordito Scattolin, «in questi mesi di mandato sotto Brugnaro tutto è fermo e abbiamo paura che lo stesso rischio si corra per il Piano strategico. Il messaggio che passa è che a Brugnaro interessi poco della città metropolitana. Si concentra sul suo comune e per gli altri cosa fa? Un esempio su tutti, il Pon Metro, dove sono previsti investimenti a banda larga solo per Venezia. Brugnaro sta trasformando l’opportunità dell’entrata nella città metropolitana che deve far viaggiare questo territorio, in una scatola vuota e inutile; forse ama la bigiotteria, visto che gira per le località a mo’ di patacca. Che azioni sono state fatte per far sentire tali i cittadini del territorio metropolitano? Se pensava che le logiche dell’impresa potessero essere applicate al governo, si sbagliava di grosso». Questione governance: «Il punto più critico è la relazione con la Regione. Il conflitto Zaia-Brugnaro sta danneggiando ogni cittadino».
«Oggi è difficile capire chi fa cosa, quali sono le responsabilità in capo agli enti», ragiona Alessandra Moretti. «Venezia territorio metropolitano ha in mano una straordinaria opportunità, ma percepiamo che qualcosa frena e tira indietro verso dinamiche di immobilismo diffuso, che è simile a ciò che fanno i grillini a Roma e Torino. Ho paura dei ladri? Blocco le opere pubbliche, al contrario le infrastrutture devono procedere, è inaccettabile tenere ferma una regione come il Veneto perché abbiamo paura. La sfiducia a Bitonci a Padova significa che il matrimonio tra Lega e Forza Italia è un’armata Brancaleone che non riesce a governare. Brugnaro ha davanti a sé una sfida grande, noi siamo qui perché attraverso le nostre proposte possa migliorare il progetto».
«L’ultimo atto dell’immobilismo del sindaco metropolitano sono le deleghe», aggiunge il consigliere Pellicani. «La più grande contraddizione di Brugnaro è fare vicesindaco Sensini, che è ostile alla città metropolitana in modo esplicito ed è legato a doppio filo alla Regione, mossa che sta bloccando il passaggio di qualsiasi funzione operativa impedendo di lavorare alla città metropolitana. Il Piano strategico poteva essere una grande occasione costituente, di fatto Brugnaro la sta sprecando, e in questo quadro credo non ci sia alcuna possibilità di collaborazione: noi siamo all’opposizione rispetto a questo modo di governare autoreferenziale, dove non c’è la minima disponibilità al confronto».
«Brugnaro», rincara il sindaco di San Donà, Cereser, «si è scelto come vicesindaco il più anti metropolitano dei sindaci, in 18 mesi cosa ha cambiato? Deve dare segnali e darli presto». E sul Pon Metro: «Il sindaco in splendida solitudine ha deciso come spendere i soldi, lanciamo un forte appello perché si cominci un percorso e non venga vanificato un comune lavoro».
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