Bruciato un furgone, preso il piromane

I carabinieri hanno arrestato un uomo di 49 anni, sospettato anche del precedente incendio. L’azione per vendetta
Di Giovanni Cagnassi

Un altro furgone della polizia locale in fiamme la scorsa notte in via Ungheria Libera a un mese esatto dal precedente attentato. Erano le 3.38 quando i residenti attorno al comando della municipale si sono svegliati ancora una volta nell’incubo. Le fiamme stavano divorando il furgone-ufficio mobile della polizia locale. A distanza di un mese, un secondo attentato incendiario che questa volta ha un colpevole.

I pompieri di San Donà sono subito partiti per raggiungere la sede del comando e spegnere le fiamme, mentre il misterioso attentatore è dovuto fuggire, fermandosi appena prima di dare fuoco anche a una seconda auto, una Fiat Panda, anche questa parcheggiata di fianco e già coperta di benzina prima di appiccare il secondo incendio. Ma il cerchio si era ormai stretto attorno a lui e carabinieri e polizia locale avevano già diversi indizi dopo un’attività di intelligence iniziata nelle settimane scorse, subito dopo il primo incendio doloso.

I militari non hanno perso tempo e parlando con gli agenti della municipale hanno individuato un nome e un volto pochi minuti dopo l’incendio. All’alba si sono presentati a casa di Salvatore Licciardello, 49enne di San Donà, protagonista di recente di un’aggressione alla polizia locale che lo aveva ammanettato in pieno centro cittadino durante una lite in cui aveva sferrato un pugno al volto di un agente che lo aveva fermato per dei controlli. Lo avevano bloccato poco prima in scooter perché guidava senza la patente, già ritirata.

Il modus operandi dell’attentato incendiario è stato lo stesso della volta scorsa. Un foro nella rete che separa il comando da un condominio abitato, liquido infiammabile in abbondanza e poi le fiamme. Se la scorsa volta, l’11 settembre, data altamente evocativa che aveva gettato un’ombra su altri sospetti infondati, i danni erano stati attorno ai 200 mila euro, questa volta ammontano a circa 150 mila compreso furgone e auto. L’ufficio mobile era un furgone attrezzato con le più moderne dotazioni tecnologiche, con i defibrillatori appena donati dopo l’incendio della volta scorsa in cui erano stati distrutti dalle fiamme. La Fiat Panda che si trovava di fianco era già imbevuta completamente di benzina e non è certo se si potrà recuperare, viste le condizioni in cui è stata trovata.

Carabinieri e polizia locale avevano già forti sospetti nei confronti del 49enne che più volte si era scontrato soprattutto con gli agenti sandonatesi della municipale per le irregolarità commesse alla guida. Avrebbe dunque agito per vendicarsi.

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