Brucia chiosco-ristorante, danni per 200 mila euro
CHIOGGIA. Nessuno se n’è accorto. Sulla spiaggia di Isola Verde, tra i condomini quasi deserti per la stagione invernale, e la nebbia di questi giorni, il chiosco del bagno Tamerici, in via delle Nazioni Unite, ha preso fuoco, nella notte tra venerdì e sabato, senza che ci fosse alcun allarme. Forse proprio per questo il fuoco ha avuto il tempo di “mangiarsi” tutto: tetto, arredi, attrezzature, perfino la piattaforma esterna.
Sono rimaste in piedi, annerite dal fumo, solo le parti portanti in muratura e sono rimasti gli scheletri contorti in metallo dei frigoriferi e di qualche altro oggetto. I danni, a una stima approssimativa, superano i 200mila euro, perché il chiosco dovrà essere completamente ricostruito da zero. Un passante si è accorto, il giorno dopo, di quanto era accaduto e ha avvertito le forze dell’ordine. I vigili del fuoco hanno solo potuto compiere un sopralluogo ma, se mai vi fosse stata qualche traccia di un eventuale gesto incendiario, è probabile che il fuoco abbia cancellato anche quella. E, tuttavia, che il rogo sia di origine dolosa è l’ipotesi più accreditata, trattandosi sì di un ristorante a mare con tanto di cucina, per la stagione estiva ma, in questo periodo, con gli impianti staccati e non funzionanti. E poi c’è la concomitanza dei molti incendi che, in queste ultime settimane, sono divampati in città ai danni delle più svariate cose: automobili, barche, capanni agricoli, magazzini.
I resti del chiosco, quindi, sono stati messi sotto sequestro e i carabinieri hanno sentito R.S. il titolare del bagno, un imprenditore padovano, per verificare le classiche ipotesi di rivalità personali o d’affari che avrebbero potuto spingere qualcuno a gesti del genere. Da verificare, poi, l’eventualità di collegamenti con altri episodi incendiari. Un precedente riguarda proprio Isola Verde dove, lo scorso primo dicembre, era andato a fuoco un deposito contenente anche alcune bombole di gas che i pompieri hanno dovuto spostare a loro rischio e pericolo, per evitare possibili esplosioni. Ma il ripetersi di incendi dolosi porta a ipotizzare più l’azione di un piromane che una serie di “vendette” personali.
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