Brigadiere della Finanza sospeso dal servizio

San Donà. Il militare, con l’aiuto di due complici, voleva farsi pagare la caldaia di casa, del valore di seimila euro, dalla titolare di un panificio di Eraclea
14/04/2016 Roma. Nella foto controlli della Guardia di Finanza
14/04/2016 Roma. Nella foto controlli della Guardia di Finanza

Sospeso dal servizio, il brigadiere della Guardia di finanza di San Donà, Lanfranco Follador, non è più in caserma da ieri dopo che gli è stata notificata la sospensione intervenuta a seguito del rinvio a giudizio. È accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità secondo l’articolo 319 quater del Codice penale. Il militare aveva sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità davanti alla giudice veneziana Marta Paccagnella, il magistrato che ha firmato il provvedimento d’interdizione che lo ha sospeso dal servizio per corruzione per induzione. Difeso dagli avvocati Rosa Parenti e Luca Pavanetto, Follador ga cercato di spiegare che si è trovato in una situazione creata in realtà da altri.

Il pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo, che ha coordinato le indagini della Guardia di finanza di Jesolo, aveva chiesto la detenzione in carcere. Nel provvedimento del giudice Paccagnella si leggeva che è indagato per corruzione, in concorso con il brigadiere, l’idraulico di Eraclea Adriano Tonicello e, per favoreggiamento, il dirigente della “Idrosanitaria” di San Donà, Domenico Peruffo. A denunciare i primi due era stata la panettiera di Eraclea alla quale era arrivata la richiesta di pagare la fattura di una caldaia nuova per seimila euro da montare in casa di Follador. Il panificio aveva già subito controlli e sanzioni a causa della mancata emissione di scontrini ai clienti e Follador aveva fatto capire alla titolare che rischiava di più se non lo avesse accontentato. Allora, secondo la ricostruzione, aveva inviato l’amico idraulico Tonicello a fare pressioni in modo che gli pagasse la nuova caldaia. La donna, consigliata dal suo commercialista, aveva denunciato il ricatto.

Il pm Terzo ha contattato i finanzieri di Jesolo per le indagini, perché se avesse informato i colleghi di San Donà forse Follador se ne sarebbe accorto. I militari di Jesolo avevano effettuato controlli anche all’Idrosanitaria di San Donà, dove il brigadiere e l’amico idraulico di Eraclea avevano acquistato la nuova caldaia, chiedendo che la fattura fosse intestata alla titolare del panificio. Peruffo, che aveva seguito l’acquisto, appena i finanzieri di Jesolo se n’erano andati, aveva avvertito Tonicello, che a sua volta aveva chiamato Follador. In questo modo i due avevano saputo che c’erano indagini in corso sul loro conto, ma i loro cellulari erano sotto controllo e quelle conversazioni sono state intercettate, così è finito nei guai anche chi li aveva avvisati, Domenico Peruffo. Mentre per il brigadiere della Guardia di finanza è stato firmato il provvedimento di interdizione per l’idraulico e Peruffo la giudice Paccagnella ha respinto la richiesta. Follador era rimasto in questi mesi in servizio in ufficio.

«Riteniamo la sospensione un provvedimento eccessivo», hanno detto i suoi avvocati Pavanetto e Parenti, «e chiediamo di valutare anche la carriera del nostro assistito e il suo impegno nella Finanza. Valuteremo adesso eventuali ricorsi».

Giovanni Cagnassi

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