Bricole galleggianti, esposto in Procura a Venezia

Mirco Bodi (Gruppo diportisti): «Nonostante le numerose diffide non è stato fatto nulla, rischi concreti per la navigazione»
Bricole spiaggiate a Sant'Elena
Bricole spiaggiate a Sant'Elena

VENEZIA. «Ora la laguna è un vero e proprio campo minato. Da mesi abbiamo inviato appelli, richiesto interrogazioni, depositato diffide affinché venissero stanziati i sei milioni di euro per mettere in sicurezza le briccole. Se chi deve non interviene, chiederemo l'interessamento della magistratura».

Mirco Bodi, portavoce del coordinamento di associazioni di diportisti e non legate all'ambiente lagunare, e presidente del “Gruppo diportisti Laguna veneta” che riunisce quasi 1.800 membri, commenta con rabbia il «rimpallo di responsabilità» che ha portato all'ennesimo incidente dovuto ai “coccodrilli”. Questa volta è andata bene. Il gruppo di quattro persone a bordo della barca che ha avuto la chiglia sfondata dalla bricola se l’è cavata con tanto spavento, ma è riuscito a raggiungere il molo Colonna di Murano. Ma la prossima volta andrà ancora bene?

Domenica 22 nei pressi di Murano un barchino in corsa è stato sfondato nella chiglia da una bricola galleggiante. A inizio aprile un incidente fotocopia era avvenuto nei pressi di Fusina, facendo affondare una barca con tre pescatori a bordo. Eppure Roberto Daniele, attuale Provveditore alle opere pubbliche, in seguito alla diffida inviata il 15 febbraio scorso dal “Gruppo 25 Aprile” assieme ad altri dodici gruppi firmatari, aveva dichiarato che se i fondi da Roma per sostituire le bricole non fossero arrivati, avrebbe dovuto interdire alcuni canali di sua competenza per evitare pericolosi incidenti.

«Sono almeno 7 anni che non vengono previsti stanziamenti destinati alla manutenzione delle bricole della laguna», denuncia Bodi, «infatti i recenti investimenti in emergenza del Provveditorato derivano da economie di altri capitoli di spesa. Oltre alle bricole che galleggiano con i monconi esposti, si trovano nelle traiettorie delle barche nei canali lagunari anche pali di conterminazione, pannelli utilizzati per le barriere di mascheramento e tubi in polietilene, anche di 44 metri di lunghezza, come quello recuperato da un nostro associato a Malamocco qualche giorno fa».

«Non è tra l'altro possibile» aggiunge «che le autorità preposte se ne infischino quando vengono chiamate perché i diportisti trovano bricole o altri pericoli galleggianti in laguna. Del totale di 7.500 bricole comunicato dal Provveditore, risulta che un terzo siano ancora in buono stato, un terzo necessitino di manutenzione e un terzo debba essere sostituito. Se nessuno interviene, ci rimane solo informare la magistratura».

Bricole pericolose, interviene la Prefettura

«Il ministro Delrio», rincara l'onorevole Emanuele Prataviera di “Fare”, «non ha ancora risposto all'interrogazione sull'emergenza bricole che ho presentato a metà gennaio, invocando un intervento urgente per mettere in sicurezza la circolazione in laguna. La faccenda è prettamente economica: la scelta di utilizzare per le bricole materiali innovativi più durevoli del legno è solo un dettaglio, l'importante è che venga previsto un investimento ad hoc da parte del ministero».

«Non è ammissibile» aggiunge Prataviera «mantenere più enti preposti che stanno facendo solo scaricabarile. Tenterò di far inserire nella prossima Finanziaria le risorse da destinare alle bricole che arriverebbero solo alla fine del 2017. Spero che il Governo si muova prima. Invierò una nuova relazione sui fatti accaduti a Delrio e risolleciterò tutti gli enti competenti ad occuparsene in tempi brevi».

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