Bricole a pezzi e mancano i fondi
Si aggrava l’emergenza: decine di pali galleggianti avvistati in questi giorni. Pericolo per la navigazione
Emergenza
bricole
. Stanno cadendo a pezzi in laguna, e la manutenzione è (quasi) ferma. Situazione che si aggrava ogni giorno, con seri pericoli per la navigazione. Quasi tutti i gruppi di tre pali (le
bricole
, appunto) che delimitano i canali di navigazione in laguna sono a rischio. In questi giorni ne sono state avvistate a decine, spezzate e galleggianti sotto il pelo dell’acqua. Qualche barca ha rischiato di affondare, e il pericolo è in agguato. Disagi che si moltiplicano in condizioni di scarsa visibilità.
«Sono quasi tutte deteriorate nel canale che va a Burano e dietro le Fondamente Nuove, ma anche Sant’Erasmo e perfino in bacino San Marco», denuncia un pilota Actv. Non funzionano così nemmeno i lampioni antinebbia, e il rischio di finire in secca aumenta. Il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha stanziato qualche decine di migliaia di euro per alcuni interventi urgenti. Ma non può bastare.
La sostituzione delle bricole rientra nel più ampio progetto di manutenzione della laguna. Opera «diffusa», per cui il Magistrato alle Acque ha chiesto di garantire almeno 15 milioni di euro ogni anno, oltre agli 80 necessari per la manutenzione del Mose. In tre mesi quest’estate sono state oltre 300 le bricole vaganti raccolte. Il deterioramento del legno è sempre più veloce, a causa del moto ondoso e delle correnti, della qualità di legname utilizzato, non sempre stagionato al punto giusto. E anche per via delle
teredini
, piccoli ermi d’acqua che vanno ghiotti di legname. Il loro intervento continuo demolisce la struttura del legno a pelo d’acqua. E il palo cede. La durata media si è più che dimezzata. E gli interventi di manutenzione dovrebbero essere più frequenti.
Per rendere i pali più duraturi si era proposto di farli in plastica. Ma le sperimentazioni non hanno dato esito positivo. I pali in simil-legno visibili anche in Canal Grande non hanno un bell’effetto visivo. E sono rigidi, rischiando di danneggiare le barche ormeggiate. Più «ecologica» la proposta avanzata da Stefano Crosera, gondoliere che costruisce bricole trattate con graffette di ferro. «Le teredini non amano la ruggine», dice. Dopo qualche mese, le graffette rilasciano piccolissime quantità di ruggine nel legno, che tiene lontane così le teredini. Molte di queste bricole sono state già installate in laguna. E la loro durata è di molto superiore alle altre. Un problema che va affrontato al più presto. I pali in laguna sono oltre 50 mila. Delimitano i canali navigabili e le secche. Quelli che segnano l’inizio del canale sono a quattro pali, con in mezzo il
bricolon
di testa o «dama». Tre mesi fa una interrogazione urgente è stata presentata in Comune, firmata da Sara Visman (M5s). Chiedeva di portare in commissione il fascicolo «bricole» per individuare soluzioni. Non soltanto in laguna, dove la competenza è del Provveditorato (ex Magistrato alle Acque) ma anche nei rii interni e in Canal Grande il problema è drammatico. Non si è ancora deciso quale soluzione adottare, nonostante lunghe sperimentazioni. E i costi dei privati per sostituire i pali in legno sono sempre più onerosi.
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