Briciola, cane da record, è morto a più di trent’anni

Viveva a Chirignago, nel Veneziano: per quanto se ne sa, era il più anziano del mondo. La “padroncina”: «Più che il Guinness conta l’affetto che ci ha donato»

MESTRE. Briciola, uno dei cani più anziani di cui sino ad oggi si è avuto notizia, è “volato sul ponte dell’arcobaleno”, come recita la nota leggenda indiana dedicata agli “amici a quattro zampe” che abbandonano questa terra. Il simpatico cagnolino residente a Chirignago, in una casa con giardino poco distante dalla pizzeria Positano, in via Trieste, è mancato la notte tra sabato e domenica, poco dopo le 24, lasciando un grande vuoto nella famiglia che oltre trent’anni fa gli aveva spalancato le porte, quando era ancora giovane. Era un buffo incrocio tra un Chihuahua e un Zwergpinscher, senza qualcuno che gli volesse bene.

«Da una settimana», racconta la “padroncina”, Nicoletta Trevisanato, «aveva avuto un crollo: non camminava più, bisognava portarlo a bere in braccio o dargli l'acqua con la siringa. Magrissimo, si era consumato poco a poco. Da sabato rifiutava il cibo e solo ogni tanto sembrava riprendersi un po', muoveva le zampine, leggermente l'occhio e abbaiava flebilmente. Poi l'abbaio diventava più forte, quasi volesse chiamarci tutti al suo cospetto e ribadire il suo ruolo di capobranco più anziano tra i membri della famiglia».

Racconta Nicoletta: «È sempre stato un cane forte, sembrava non volesse morire o non ne fosse capace». Perché, evidentemente, voleva rimanere con chi amava, attaccato alla vita nonostante i segni del tempo, proprio come un essere umano. L’ultimo sguardo pieno di riconoscenza di Briciola, è stato per la sua famiglia.

«Mi ricordo ancora quando è arrivato a casa, ero al ginnasio e stavo studiando: mi chiamarono giù i miei genitori per farmi vedere questo “sbirulino”. Non si riusciva a prenderlo, era velocissimo e con un musetto bellissimo. Speriamo che adesso, dovunque lui sia, stia bene».

Non è dato sapere quale sia stato il segreto della lunga vita di Briciola. Né stabilire con esattezza l’età, come avviene ora che la scienza ha fatto passi da gigante. La sua padroncina però, al momento del suo arrivo, di anni ne aveva 14, oggi ne ha trenta di più e Briciola non era neanche un cucciolo quando è stato adottato.

Di recente a visitarlo è stato il direttore del Dipartimento di Scienze cliniche veterinarie dell’università di Padova. Il professore l’ha esaminato, e al cane è stato rilasciato un attestato di “vecchiaia”. L’ospedale veterinario non ha stabilito l’età con certezza, ma ha chiaramente inquadrato il suo essere “speciale”. Per la sua famiglia, però, «l’importante non è che sia o meno entrato nel Guinness dei primati per i dati anagrafici, ma per l’affetto che in tutti questi anni ha saputo donare».

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