Bratti: «Fondi per i marginamenti non ancora inseriti in Finanziaria»
A pochi giorni dalla firma tra il sindaco Brugnaro e il premier Renzi sul Patto per Venezia si moltiplicano i dubbi e le perplessità sulla pioggia di milioni prevista per completare la messa in sicurezza dei poco più di tre chilometri – sui 42 previsti – delle inquinate macroisole di Porto Marghera.
«Siamo soddisfatti per il riferimento alle conclusioni della nostra d'inchiesta indicate nel Patto per Venezia» commenta Alessandro Bratti, presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti e l'inquinamento ambientale «Ma per quanto riguarda i 250 milioni indicati per terminare le opere di marginamento mi risulta che per quest'anno non arriveranno in quanto non sono stati inseriti nella Legge Finanziaria in approvazione al Senato e ciò significa che i gravi problemi ambientali creati alla laguna e alla falda sotterranea dal mancato completamento della muraglia di contenimento dei veleni ancora presenti in gran parte delle aree industriali».
Bratti ammette anche di «non aver capito cosa significhi una valorizzazione urbanistica di Porto Marghera, prospettata nel Patto per Venezia» e di ritenere poco chiaro «l’annuncio della nomina di un commissario straordinario e dei poteri che gli saranno assegnati».
La commissione da lui presieduta, dopo una scrupolosa indagine e ispezioni in loco, ha denunciato apertamente in Parlamento lo scandalo del mancato completamento della "muraglia" che dovrebbe proteggere la laguna dallo sversamento di contaminati dai terreni ancora non bonificati e risanati di Porto Marghera.
«Non ho idea da dove arrivino i fondi indicati nel Patto per Venezia per completare il marginamento, quel che è certo che nemmeno nelle risorse messe in campo per la legge finanziaria del 2017 non ci sono, anche se nel Patto si indicano 72 milioni di euro messi a disposizione dal ministero per l'Ambiente. A noi della commissione non è mai stato detto nulla in proposito nonostante le nostre reiterate richiese».
Bratti non si spiega nemmeno «da dove spuntino gli altri 178 milioni di euro, per arrivare al totale di 250. Peraltro, questa cifra è già lievitata a 280-300 milioni, compresi i collaudi. «Le competenze della nostra commissione d'inchiesta sono limitate» aggiunge Bratti «più che segnalare al governo e alla magistratura il problema della mancato completamento della messa in sicurezza di Porto Marghera, malgrado gli 800 milioni di euro già spesi, non possiamo fare altro che sollecitare la necessità di completare il marginamento al più presto, mettendo a disposizione le ulteriori risorse necessarie anche per le manutenzioni dei tratti già realizzati che presentano cedimenti».
«Ricordo» continua il presidente della commissione «che i tratti di marginamento mancanti sono quelli relativi alla sponda nord del canale industriale nord, che contermina l’area relativa alla prima zona industriale, dove sono attive produzioni chimiche e sono presenti residui di lavorazioni inquinanti (Montecatini, Agrimont e molti sottoservizi). Senza il completamento anche di questo tratto sarà vanificato il raggiungimento dell’obiettivo proposto di impedire lo sversamento nei canali lagunari e nella falda sotterranea le acque meteoriche provenienti dai terreni inquinati del Sito di interesse nazionale di Porto Marghera che si estendono su 1.621 ettari».
«In una situazione così degradata e piena di incertezze» conclude «chi può avere il coraggio di investire per realizzare nuove attività e creare muovi posti di lavoro?».
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