Braccia giganti sbucano dal Canal Grande, con torri d'oro e orsi
VENEZIA. Spuntano dal Canal Grande, potenti e allo stesso tempo amorevoli.
Sono due gigantesche braccia, alte 8-9 metri, che sembrano uscire all'improvviso dall'acqua per abbracciare, sorreggere (forse, spingere?) Ca' Sagredo, vicino a Ca' d'Oro. E con il palazzo, l'intera città.
Portano la firma dello scultore Lorenzo Quinn, artista di fama internazionale, che un po' di sangue veneziano ce l'ha nelle vene: è, infatti, figlio dell'attore Anthony Quinn e della costumista veneziana Iolanda Addolori. Un'opera di grande impatto visivo ed emotivo, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Venezia, promossa da Halcyon Gallery con il sostegno di Ca’ Sagredo Hotel. Una scultura davvero gigantesca, con braccia di 8-9 metri d'altezza.
Ma non è l'unica opera a svettare - letteralmente - lungo il Canal Grande.
Non passa certo inosservata la "Golden Tower" di James Lee Byars, 20 metri d'oro piantati in campo San Vio, all'Accademia: viene così esposta per la prima volta in uno spazio aperto un'opera che è stata ideata nel 1990, per una mostra al Martin-Gropius-Bau di Berlino.
Davanti a Palazzo Grassi c'è il possente "The Fate of a banished man" di Damien Hirst, artista che dilaga con le sue opere fino alla Salute, protagonista della doppia mostra della Fondazione Pinault.
Infine, alla Salute, dalle finestre dell'hotel Centurion si battono il petto gorilla e l'orso biancho di Richard Orlinski, e ondeggia di luce “Luce di Laguna” di Helidon Xhixha
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