Bouchaib insultato sul web, scatta la querela

Anche un episodio di razzismo nei confronti della cugina del leader islamico in una banca di Cinto
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - BOZZA TINO
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - BOZZA TINO

CINTO. Due episodi stanno destando molto scalpore. Il primo si è risolto con una denuncia per diffamazione. Il secondo, ben più grave, è un atto di razzismo. Ci si interroga a Cinto dopo il caso di Tanji Bouchaib, presidente della Federazione islamica del Veneto e del centro islamico Assalam di Annone, etichettato come “nazista”. Ma il fatto peggiore ha riguardato la cugina di Bouchaib, affrontata con modi sprezzanti e irrispettosi in una banca di Cinto da un uomo non ancora identificato che le avrebbe rivolto frasi irriguardose.

Al riguardo non c’è ancora alcuna denuncia e non è stata avviata alcuna indagine. “Siete tutti terroristi, andate a casa vostra”. È seguita la risposta della donna (“Vai a lavarti il cervello”) e soprattutto c’è stato l’intervento della direttrice della banca nel contesto di un episodio inqualificabile. Non è tutto. Il giorno successivo a questo fatto increscioso la donna è stata insultata mentre si trovava in sella alla bicicletta dalla stessa persona. Lei stava andando al lavoro a Portogruaro e lui, un uomo sulla sessantina, le ha dato della “deficiente”, aggettivo accompagnato da altri epiteti. Due casi diversi insomma, su cui riflettere. «Ho denunciato Tino Bozza perché mi ha dato del nazista», ha riferito Tanji Bouchaib, «cosa che io non sono. Anzi, se fossi nazista dovrei essere un suo amico; visto che lui è un fascista. Lui mi ha insultato su facebook, e questo non si può accettare. La tragedia sta nel fatto che dopo questo episodio, molto avvilente, è seguito quello che ha riguardato mia cugina in banca».

Ieri è arrivata la risposta di Tino Bozza, che ha fondato il circolo Prora Adversa di Casa Pound in via Spalti a Portogruaro. È lui l’uomo querelato per diffamazione da Tanji Bouchaib. «Probabilmente l'Imam cerca di difendere l'indifendibile, cioè il tentativo di diffondere la sua religione nel nostro territorio. Per farlo, ipotizza presunti attacchi verbali a parenti nel centro di Cinto Caomaggiore; spero che le indagini diano i loro frutti e, viste le numerose telecamere presenti nel luogo incriminato, riescano a identificare questi presunti attentatori cheBu sono apparsi subito dopo la pubblicazione dei vari commenti sul post di facebook dalla quale è stata estrapolata la frase che mi è costata la querela. È un caso di strumentalizzazione», conclude Tino Bozza, «che dire allora degli insulti della moglie di Tanji nei miei confronti? (r.p.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia