Botte alla lucciola aguzzini condannati
MIRANO. Botte, soprusi, violenze. Uno dei suoi aguzzini, per costringerla a prostituirsi lungo il Terraglio, è arrivato a spegnerle i mozziconi di sigaretta sulle braccia. Lei, giovane prostituta ungherese, ha avuto il coraggio di denunciare i suoi sfruttatori, che ieri sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi con rito abbreviato: Marton Kiss, 34 anni, (difeso dall’avvocato Fabio Crea di Treviso) è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione e Bela Balogh, di 27, (difeso dell’avvocato Simone Guglielmin, di Treviso) è stato condannato a tre anni di reclusione.
Il giudice Silvio Maras ha alleggerito la richiesta di condanna del pubblico ministero Valeria Sanzari, che aveva ipotizzato una pena complessiva di sette anni e sei mesi di reclusione. Il racconto di violenza era emerso nel corso dell’incidente probatorio, nel corso del quale la lucciola che aveva denunciato i due sfruttatori aveva dipinto un quadro terribile, fatto di ogni forma di violenza: fisica, sessuale, psicologica. È stata la ragazza a far scattare arresti e indagini. Poco meno di un anno fa, una sera, non aveva esitato a “buttarsi” addosso a una pattuglia della Squadra mobile di Venezia: voleva essere salvata. Non parlava una parola di italiano, ma le sue lacrime, le sue grida, i segni delle bruciature, avevano convinto gli agenti, senza bisogno di nulla di più.
Ha descritto le torture subite appena giunta in un albergo di Mogliano, tra bruciature di sigaretta e violenze. Con l’aiuto di un’interprete, ha raccontato che, quando non guadagnava almeno 400 euro a notte, costretta anche a rapporti non protetti, veniva inzuppata di acqua gelata e lasciata a dormire sul balcone, al freddo.
A quel punto gli investigatori della Mobile si sono recati nell'albergo indicato dalla ragazza e hanno fatto irruzione nelle camere segnalate, trovando sia l'altra giovane, violentata e sfruttata, sia gli "schiavisti". Sono scattate le manette ai polsi di Marton Kiss e di Bela Balogh. Nel corso dell’incidente probatorio sono emersi nuovi particolari agghiaccianti. Il giudice, prima di emettere la sentenza, voleva sentire l’altra lucciola, costretta a prostituirsi insieme a lei. Con un colpo di scena, la seconda ragazza ha negato tutto, le violenze, le botte: la testimonianza però non ha fatto crollare l’impianto accusatorio preparato dal pubblico ministero Valeria Sanzari. Ieri sono arrivate le due sentenze.
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