Bossi contro Brunetta: "Nano, non rompere i c..."
Il leader della Lega ha apostrofato così il ministro veneziano in un comizio a Ponte di Legno: "Voleva tagliare le pensioni"
PONTE DI LEGNO. Umberto Bossi all'attacco del ministro veneziano Renato Brunetta durante il comizio di Ferragosto a Ponte di Legno. E senza mezzi termini lo apostrofa: "Nano di Venezia, non romperci i c...". Non è la prima volta che il ministro della funzione pubblica viene insultato dai suoi colleghi di governo: qualche settimana fa è stato il ministro dell'economia Giulio Tremonti a dargli del "cretino".
Il leader della Lega, dal canto suo, prova a spiegare la manovra alla sua gente, ribadendo che è stato meglio tagliare gli enti locali piutttosto che le pensioni, anche se condivide le preoccupazioni di Roberto Maroni. Nella preparazione della manovra da 45 miliardi, nella scelta
tra tutelare le pensioniáo enti locali, "ho avuto qualche problema di coscienza", ha premesso il leader della Lega Nord. "Salvare i poveracci che non riescono a mangiare o i Comuni che se la cavano?", è stato il dilemma. "Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare i poveracci, perché l'economia si sviluppa dal basso - ha aggiunto -. Non avevo alternativa e mi sento la coscienza a posto, agli enti locali ci penseremo dopo". Bossi ha voluto rivendicare più volte alla Lega il merito di "aver salvato le pensioni".
Un tema sul quale, ha riferito, "abbiamo litigato tutto il giorno e per poco non siamo passati alle vie di fatto", riferendosi in particolare ad una telefonata arrivata in Consiglio dei ministri al collega Brunetta da parte di Bankitalia. "A Brunetta - ha raccontato- ho detto 'nano di Venezia, non rompere i coglioni'". Il leader della Lega si è detto dunque sollevato per aver evitato il taglio delle pensioni anche perché "ad un certo punto ho pensato di non farcela".
Parole di condivisione, invece, riguardo alla proposta del ministro dell'Interno di ridurre i tagli agli enti locali. "Mi sembra giusto", ha detto, "ma non al punto di attirare le ire della Bce, che ci deve comprare ancora i titoli di Stato". Bossi ha poi, però, ricordato che per gli enti locali "è stato anticipato il federalismo fiscale".
Il giudiziodel capo padano sulla crisi economica che ha colpito il Paese è netto. "E' stato un segnale inequivocabile: è arrivata la fine dell'Italia, questa è la verità". Bossi ha ricordato che, "se Tremonti non vende i titoli di Stato, non riesce a pagare pensioni e sanità".
"Siamo al dunque", ha detto, "bisognava fare un po' di tagli altrimenti l'Europa stavolta ci uccideva". "Nessuno voleva fare i tagli - ha ricordato - e per noi è stato meglio scegliere a favore dei poveri, che possono andare avanti nella battaglia per l'obiettivo finale: la Padania libera. Noi non ce la facciamo più".
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