Bosco Zaher, caccia vietata Scoperto un bracconiere

Un podista se ne accorge e avverte polizia, guardie ambientali, assessori Oggi incontro tra il delegato municipale Vettorello e il presidente Ordigoni
Parco Zaher
Parco Zaher

DESE. Nonostante i divieti, non appena si apre la stagione venatoria c’è sempre qualche cacciatore che si avvicina incautamente alle case, ai campi di proprietà, alle zone off limits. E da anni ci sono persone che vivono in periferia che si ritrovano i pallini dentro i cancelli e nei giardini delle case; ci sono cani che vengono scambiati per lepri, gatti impallinati. Domenica mattina un cacciatore (non è la prima volta che accade) è stato colto in flagrante, mentre lanciava il suo cane a stanare prede nel bosco Zaher, un angolo del polmone verde di Mestre dove la caccia è proibita. Vengono emesse apposite ordinanze proprio perché all’interno si stanno moltiplicano specie che finalmente popolano la nostra città, leggi fagiani, lepri, pavoni, volpi e scoiattoli. Per non parlare degli uccelli che fanno tappa e cercano cibo nelle zone umide appena create.

Per fortuna al Bosco Zaher a controllare non ci sono solo le “giacche verdi”, ma anche i maratoneti: un gruppo è sorto da poco, si chiama Bosco Zaher Running Team e si ritrova spesso per allenarsi nel polmone verde. E proprio uno dei membri, durante un allenamento, ha notato il bracconiere e ha avvertito, dopo un battibecco, polizia, guardie ambientali, l’assessore provinciale Paolo Dalla Vecchia, quello comunale Gianfranco Bettin, diversi consiglieri della Municipalità e comunali, le varie associazioni ambientaliste, ma anche l’Ente Bosco e Grandi Parchi. «Purtroppo come tutti gli anni con l’apertura della caccia», spiega il delegato all’Ambiente, Paolo Vettorello, «si creano delle tensioni. Ne ho discusso anche con il presidente Ezio Ordigoni e domani mattina (oggi ndr) ci vedremo proprio per capire come affrontare la questione, perché si tratta di una tematica delicata. Il bosco va salvaguardato e bisogna pensare non solo agli animali, ma anche all’incolumità di chi ci va e lo frequenta. Il bosco è un ambiente pubblico, oramai ci deve essere questa consapevolezza. La gente lo raggiunge a piedi, in bici, si fa accompagnare, prende i mezzi pubblici e ci porta il proprio animale domestico. L’avvicinamento dei cacciatori crea un pericolo per le persone e anche se questi dicono che magari cacciano all’alba, non è certo una scusante perché anche chi va a correre spesso ci va prestissimo. Dobbiamo capire come affrontare la situazione e che tipo di messaggio dare».

A Tessera con l'apertura della caccia, molti residenti si sono lamentati per gli spari all’alba e per i cacciatori troppo vicini alle case, un problema avvertito anche a Ca’ Solaro. Senza dimenticare la questione dei “bocconi avvelenati”.

Marta Artico

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