Borletti: «Fermiamo l’invasione turistica»

La sottosegretario ai Beni culturali: «Presto un piano del governo. Limitare gli accessi a San Marco e programmare gli arrivi Le polemiche del sindaco Brugnaro non servono. Nuovi canali? No, la laguna è già stata compromessa»
Interpress/Mazzega Vitucci Veneziam 20.08.2015.- Turismo a Venezia.-
Interpress/Mazzega Vitucci Veneziam 20.08.2015.- Turismo a Venezia.-

VENEZIA. «Oltre un certo numero Venezia non può sopportare l’invasione del turismo. La situazione è molto preoccupante. E il governo si farà presto parte attiva per convocare le parti e se possibile dare una mano alla soluzione del problema. Costruendo assieme un progetto di controllo dei flussi e di vie di arrivo alternative». Da sempre attenta ai problemi di Venezia, la sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni lancia l’allarme turismo. Situazione che si aggrava di giorno in giorno, con presenze che superano il record dei 27 milioni di turisti registrati nel 2014. Turismo mordi e fuggi, che crea seri problemi alla vita dei veneziani. E accelera le trasformazioni della città in Disneyland. Negozi che chiudono, case trasformate in residenze turistiche, plateatici, ambulanti e paccottiglia ovunque. Una città che diventa sempre più una “non città”, paralizzata da quasi 80 mila turisti al giorno, ben più dei suoi 56 mila abitanti.

Sottosegretario Buitoni, la situazione sta sfuggendo al controllo. «Bisogna intervenire al più presto con un nuovo progetto. Due anni fa avevo lanciato l’allarme, purtroppo inascoltato, su Expo e i suoi riflessi veneziani. Mi avevano assalita da tutte le parti. Ribadisco che è necessario adesso prendere provvedimenti. Come dissi allora, non è Venezia che deve adeguarsi a questo tipo di turismo, ma il turismo che deve adeguarsi alla città».

Numero chiuso? «Beh è evidente che certe aree come San Marco non possono sopportare a lungo un flusso di queste dimensioni. Occorre decentrare gli arrivi e avviare un progetto di prenotazioni e programmazione. Decongestionare le aree critiche e favorire flussi alternativi».

Il governo si farà parte attiva in questo? «Certo. Il ministro Franceschini è particolarmente sensibile al problema, nei prossimi giorni proporremo un intervento in accordo con gli enti locali».

Il sindaco Brugnaro lo ha sentito? «Ho visto le sue prese di posizione. È giusto ricordare, come lui ha fatto, che le decisioni le deve prendere la città. Non sono d’accordo invece con le polemiche sollevate. Non è certo alzando i toni che si aiuta a risolvere i problemi. E mi permetto di ricordargli che chi parla di Venezia spesso lo fa per amore verso la vostra città, non certo per polemizzare».

La Regione? «Il presidente Zaia invita ad abbassare i toni e ha ragione. Ma adesso il tempo delle dichiarazioni è finito. Occorre studiare un piano strategico serio, almeno decennale, per riorganizzare il turismo e proteggere la città».

Lei crede che sia possibile fermare i turisti che vogliono venire qui? «No, ma il turismo va diretto e vanno decongestionate le aree sovraffollate a favore di flussi alternativi».

E le grandi navi? «Il mio pensiero su questo punto è noto. Credo che non si debba violare ancora la laguna con nuovi scavi invasivi. Le navi di ultima generazione sono troppo grandi e non devono entrare in laguna. Il lavoro e l’occupazione si possono garantire valorizzando ad esempio Marghera, con aree congressuali e un nuovo tipo di turismo».

Oltre al Contorta lei dunque non condivide nemmeno il progetto sullo scavo delle Tresse e il Vittorio Emanuele? «No. Il sistema lagunare è già compromesso. le alternative ci sono, senza scavare altri canali».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia