Bordello con sconti per i clienti fedeli

Decine di mestrini frequentavano la casa di Mogliano gestita da una cinese: molti schedati per gusti e caratteristiche fisiche
Di Carlo Mion

Bordello con sconti ai clienti più affezionati dei quali si registravano i gusti e il numero di volte che si recavano nella casa di appuntamenti di Mogliano, in via Trento, a ridosso della periferia di Mestre. Bordello gestito da una cinese arrestata e ora ai domiciliari e dove lavoravano due ragazze cinesi clandestine. La casa è stata scoperta e sequestrata dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Mestre. Ed è la quarta nell’arco di tre mesi.

All’appartamento i militari sono arrivati grazie agli indizi raccolti durante le indagini svolte a novembre dello scorso anno e che hanno portato a scoprire una casa d’appuntamenti a Noale. Ai militari intervenuti all’epoca, nel corso della perquisizione dell’appartamento non era infatti sfuggito un numero di telefono annotato su un piccolo foglio di carta al quale, una volta contattato, ha risposto una donna cinese.

I carabinieri hanno lavorato su quel numero e sui contatti dello stesso. I tabulati evidenziavano decine e decine di telefonate al giorno. Il numero era intestato ad una cinese di 38 anni, regolarmente residente a Mogliano. Numerosissimi gli uomini di Mestre e Treviso che avevano contattato quel numero, alcuni dei quali sono stati anche sentiti dagli investigatori per ottenere ulteriori informazioni utili alle indagini. L’appartamento era ben reclamizzato sui giornali.

Diversi gli escamotage e le procedure di sicurezza che attuava la maitresse per tutelarsi nei confronti di eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine, come ad esempio la prassi di “dirottare” i clienti su un civico diverso da quello dell’appartamento al fine di controllare dalla finestra, in sicurezza, chi fosse il reale cliente e se corrispondesse alla descrizione fornita dallo stesso per telefono.

Una volta raccolte le testimonianze necessarie e accertato che ci si era imbattuti in un altro caso di sfruttamento, grazie anche ad appostamenti e pedinamenti, i carabinieri entravano in azione e arrestavano la maitresse cinese sequestrando un’ingente somma di denaro ritenuta frutto dell’attività illegale, nonché o materiale “tecnico” in uso alle prostitute, un pc, telefoni cellulari e alcune agende che contenevano contatti telefonici, prontuari e tariffe delle prestazioni, oltre che le descrizioni fisiche e caratteriali dei clienti “più affezionati”, riguardo ai quali vi erano specifiche annotazioni relative alle prestazioni preferite. Molti gli annunci erotici rinvenuti. Al momento dell’irruzione c’era solo una ragazza al lavoro. Quotidianamente le due ragazze che lavoravano nel bordello garantivano una decina di prestazioni ciascuna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia