Boom edilizio, 9 mila posti letto in più

Si punta sui nuovi alberghi per ospitare chi va a Venezia. Il rischio è quello della nascita di nuovi quartieri dormitorio
Di Mitia Chiarin

Ottomila posti letto per l’alberghiero in più in città. Questa la previsione se saranno confermati i 550 mila metri quadri stimati di nuova superficie per costruzioni alberghiere previsti nel dimensionamento del Piano di assetto del territorio. 295 mila metri quadri interessano la terraferma, almeno 4 mila posti letto in più nei prossimi anni.

Gli investimenti. I dati del dimensionamento del Piano di assetto del territorio del Comune (2014) mettono nero su bianco che Mestre si deve preparare all’invasione di attività ricettive legate al turismo. E oggi gli alberghi sono l’unico settore che vede investimenti, e tutti stranieri, consistenti su Mestre. Solo che sono cambiate le aree dello sviluppo. Se il Pat prevedeva grandi alberghi nell’area del terminal T2 e del Quadrante a Tessera, vicino all’aeroporto, oggi lo sviluppo parte dalla stazione: lo dimostrano i 70 milioni di euro per 4 nuovi alberghi e ostelli (1.800 posti letto) nell’area ex Demont di via Ca’ Marcello. Di fronte ci sono le 300 stanze in costruzione dell’ostello ex Vempa. Poco lontano le 300 stanze del “Poshotel” di via Piave del Plaza. Apriranno tutti nel 2017.

Tutti gli altri progetti. Altri progetti sono in itinere o attendono tempi migliori, causa crisi. Ci sono certo gli alberghi vicino al Marco Polo, che interessano anche alla Save. C’è la torre “Venus Venis” accanto alla “Nave de Vero”: 150 stanze di un albergo di alto livello nella torre di 100 metri che la società Blo intende realizzare e infatti sta per riportare all’esame della commissione Via della Città metropolitana, con un progetto rivisto per ridurre l’impatto sul traffico, dopo una prima bocciatura. L’istanza è attesa entro la fine di quest’anno.

E le incognite. Alberghi sono previsti anche in una delle torri dell’ex Umberto I, il “buco nero” nel centro di Mestre. La proprietà, la Dng, entro il 31 dicembre deve vedere svincolate dalle banche le fidejussioni per cedere i padiglioni storici al Comune. Altrimenti l’intera operazione salta. Un albergo era previsto nella torre Salini (ex Todini) di via Ulloa, di cui da mesi non si parla più. Anche l’ex palazzo delle Poste della immobiliare Favretti attende di diventare un albergo accanto alla stazione, dopo il dietrofront degli spagnoli di “H10” che se ne sono andati per lo stop al masterplan da parte della giunta Brugnaro.

Alberghi in itinere. Alberghi in itinere sono previsti in via Trento (la Pancin Sas prevede 130 stanze) e a San Giuliano, dove in via Flaminia attende compratori l'albergo quattro stelle superiore da 180 stanze progettato dallo studio Caprioglio per la Sogedin.

Il raddoppio. Le previsioni di sviluppo del settore alberghiero in città, quegli 8 mila nuovi posti letto, 4 mila in terraferma, significano il raddoppio dell’attuale disponibilità di posti a Mestre. L’Associazione veneziana degli albergatori ha fatto i conti per noi: nel 2015 in terraferma si sono contate 4.805 camere d’albergo per 8.771 posti letto. Novantacinque le strutture: un solo hotel a 5 stelle; 26 strutture a 4 stelle (5.609 letti); 50, la maggioranza, quelli a 3 stelle (2.647 posti letto).

Quale futuro? Mestre, l’ex città dormitorio degli operai di Porto Marghera, è destinata a diventare la città dormitorio dei turisti? La provocazione è dell’ex assessore comunale, l’architetto Gianfranco Vecchiato. C’è chi invece vede la possibilità di un rilancio economico e commerciale per Mestre grazie a quei 3 milioni di turisti l’anno che dormono in terraferma nell’indifferenza generale. Il dibattito è solo all’inizio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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