Boom di detective privati per seguire i figli nelle discoteche
JESOLO. Investigatori privati sulle tracce della perdizione. La parabola del figliol prodigo in chiave moderna, la raccontano due investigatori privati che dal Trevigiano stanno battendo come segugi il litorale jesolano e Cavallino Treporti, ma anche Bibione e Caorle e fino ad arrivare a Lignano. Famiglie disperate che vogliono sapere chi frequentano i loro figli, se hanno imboccato il tunnel senza fine della droga, se spacciano, se si vendono per acquistarla.
Armando Sommese, 30 anni di esperienza alle spalle con la Federalpol Sas di Treviso, assieme all'ex ispettore della polizia Mario Borgia, ora uniti nelle investigazioni private sono sbarcati in questo Ferragosto caldo sulla spiaggia di Jesolo. Ingaggiati da alcune famiglie di Treviso ora si sono specializzati in quella che sembra essere la piaga infetta di una società senza più regole e riferimenti precisi. Famiglie frantumate, genitori separati che non hanno tempo, e neppure voglia, di seguire i propri figli. E allora si affidano a dei professionisti. Si parla di tre mila euro circa per un paio di fine settimana, ma loro non si sbottonano sulla tariffa, in cui saranno seguiti da ragazzi quasi coetanei, collaboratori giovani che possono infiltrarsi nei locali della movida e prendere appunti o scattare foto con tecniche sofisticatissime.
«Purtroppo», spiegano Sommese e Borgia», sono queste le richieste che giungono in modo più pressante oggi dai clienti. Non più solo spionaggio industriale, o corna. Gli investigatori oggi seguono i giovani nel percorso che può condurli sull'orlo del baratro. E possibilmente cercano di fermarli prima». Li hanno seguiti in auto, poi nei locali notturni e nei bar della città senza mai mollarli un attimo, giorno e notte. «I gestori dei locali sono stati molto disponibili», spiegano, «ci hanno segnalato i giri, le persone sospette. Abbiamo parlato anche con i Dj. Ci sono molti casi e nessuno è uguale all'altro. Si va dal giovane che inizia a consumare fumo, poi pastiglie e cocaina, poi quello che ormai è perduto e deve spacciare per poter a sua volta acquistare la dose per sè. Tante storie diverse. I genitori vogliono sapere chi sono i figli, non riescono più a seguirli per i motivi più disparati quali divorzi, problemi economici, nuove famiglie. Allora entriamo in gioco noi», continuano i detective privati, «E allora capita di seguire anche la ragazzina con la borsa firmata che va a Jesolo o sul litorale al sabato sera e torna domenica mattina. Magari si vende per comprare la droga in qualche festino a luci rosse. Il problema è parlarne con i genitori, esibire loro le foto e assistere alla disperazione. Ma nella maggior parte dei casi è meglio sapere subito per poter intervenire prima che lo facciano le forze di polizia, sporcando per sempre la fedina penale e la coscienza».
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