Boom di AirB&B: 1.190 in più in soli 11 mesi
VENEZIA. I veneziani non ci stanno. Il calo a picco di residenti riportato dal nostro giornale e sulle cronache nazionali ha provocato reazioni a catena che condannano il fenomeno degli affitti selvaggi o riservati solo ai turisti, ma soprattutto danno molti spunti per poter intervenire.
L’ultimo esempio è l’inchiesta della piattaforma indipendente Reset, fondata dal pubblicitario Emanuele De Carlo in collaborazione con altri professionisti (www.resetvenezia.it), come il professore veneziano Fabio Carrera, direttore del “Venice Project Center” da cui emerge l’esplosione, negli ultimi 11 mesi, del numero di B&B presenti sulla piattaforma d’affitto Airbnb.
Cifre da capogiro. Nel giro di un anno, solo a Venezia sono stati collocati solo sulla piattaforma Airbnb 1.190 appartamenti turistici in più, con un’impennata a Mestre di 2.692 strutture. In pratica attualmente a Venezia sono disponibili ben 3.949 stanze (di cui 391 nelle isole), mentre a Mestre si passa dalle 309 dell’anno scorso alle 3.001 di quest’anno. Questi numeri indicano le stanze, ma se si calcolano i letti, si arriva a ben a 11.518 letti in totale di cui 7.108 a Venezia, 508 nelle isole, 3.901 in terraferma. Il prezzo si aggira sui 107 euro a Venezia, 177 nelle isole e 64 nella terraferma. Attualmente il 95% delle stanze è pieno a Venezia, mentre siamo sull’83% nella terraferma. Chi possiede queste strutture? Dalle ricerche di Fabio Carrera il 64% di chi mette l’avviso di stanze o appartamenti, possiede più di due strutture. Nella Top ten ci sono persone che affittano più di 8 stanze o appartamenti.
Norme. Un boom che conferma come la tendenza all’acchiappa turista sia quella che va per la maggiore, spesso a scapito delle residenze dei veneziani. Se, infatti, una persona guadagna il triplo affittando ai turisti piuttosto che ai residenti, è spesso portata a utilizzare il proprio immobile per farne un vero business. In più, non ci sono deterrenti forti tali da scoraggiare il Far west degli affitti: nonostante sia un’attività imprenditoriale non è riconosciuta in quanto tale e le tasse sono solo del 21% sulla cedolare secca, a differenza di un vero imprenditore che paga il 40 o 60% di tasse. «Io sono uno di quei veneziani che è stato costretto ad andare a Mestre» spiega De Carlo «perché la casa dove stavo è diventata una struttura per turisti. La piattaforma Airbnb nasce con una filosofia chiara, quella di aiutare il proprietario di una casa ad arrotondare e il turista a entrare a contatto con una persona del posto. A Venezia questa filosofia è distorta perché se si affittano palazzi interi ai turisti, si tolgono residenze». In più, se si viene scoperti in fallo, per esempio denunciando un mese di affitto al posto di due, la multa è bassissima
Le altre città. Reset è andato a vedere cosa succede nelle altre città, riprendendo un articolo uscito su El Pais. Scopriamo così che Barcellona ha destinato 1,3 milioni per aumentare le ispezioni e chiudere gli appartamenti senza licenza: nel capoluogo catalano si chiede la collaborazione ai cittadini nel segnalare, attraverso un sito web, la presenza di questi appartamenti, come già accade a Berlino. Nelle Canarie è permesso affittare ai turisti solo se non si abita in zone turistiche. A Madrid si può solo se si pernotta per un minimo di 5 notti. Londra punterà sulla sicurezza e autorizzerà soltanto chi ha assicurazioni contro gli incendi o incidenti.
Centro nascite. E proprio in relazione allo spopolamento del centro storico il vice presidente del Consiglio regionale del Pd Bruno Pigozzo, ha assicurato che non c’è all’orizzonte della giunta regionale nessuna idea di chiudere il centro nascite all’ospedale Civile e, comunque, «siamo sempre pronti a batterci nuovamente contro ogni tentativo che vada in questo senso».
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