Bonifiche e Moranzani al palo per coprire il “buco” della Sifa

Criticato da Pigozzo e Bettin l’emendamento presentato dall’assessore regionale Marcato che stanzia 56 milioni di euro per risanare la società: «Quei soldi della Legge Speciale erano destinati ad altro»
Di Gianni Favarato

MARGHERA. Gli ultimi fondi della Legge Speciale per Venezia sono finiti nelle casse della società consortile Sifa, grazie al discutibile accordo sottoscritto dall’allora governatore Giancarlo Galan e dal suo assessore, Renato Chisso. La bonifiche di molte aree inquinate a Porto Marghera (incluse nell’accordo Moranzani) a Fusina, Campalto e Zelarino, che da anni aspettano il disinquinamento e interventi integrativi nel sistemi fognari e di depurazione, dovranno aspettare ancora. Tutto grazie all’emendamento presentato in consiglio regionale dall’assessore Roberto Marcato “salva Sifa”, approvato con i soli voti della maggioranza di centrodestra e duramente criticato dalle opposizioni.

Con quell’emendamento - che ora deve passare al vaglio della Commissione competente che darà il suo parere consultivo - la Regione Veneto recupera poco meno di 56 milioni di euro stornandoli dai fondi vincolati della Legge speciale per Venezia, per destinarli al saldo dell’esposizione bancaria del consorzio Sifa (composto dal Gruppo Mantovani, Veritas e Veneto Acque) che ha avuto in concessione dall’ex governatore Galan la gestione del Progetto Integrato di Fusina (Pif) con una clausola: nel project financing sottoscritto allora, che obbliga la Regione a rimborsare a Sifa gli eventuali mancati introiti dei canoni di depurazione delle acque da parte delle aziende e degli enti che dovrebbero utilizzare il Pif. «I project financing alla veneta finiscono sempre allo stesso modo: gli eventuali profitti sono dei privati ma le perdite sono a carico della Regione e quindi dei cittadini», dice Bruno Pigozzo del Pd, vicepresidente del consiglio regionale che aveva già presentato un’interrogazione in proposito. «Spostare i soldi dalla Legge speciale di Venezia per salvare l’impianto di depurazione della Sifa è una follia. Una decisione assurda: avevamo chiesto di ritirare l’emendamento dell’assessore Marcato per poter discutere della questione in maniera più approfondita. Invece, sono state spostate risorse, bloccando importanti opere di bonifica nell’area veneziana e la riqualificazione fluviale e idraulica. Il tutto per tappare una falla di cui i cittadini veneti, e in particolare i veneziani, non hanno alcuna responsabilità».

Il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, a sua volta segnala che «Sifa stima in oltre 150 milioni di euro il disavanzo e ne chiede almeno 130 alla Regione e l’emendamento approvato dalla maggioranza in Regione dirotta dalla Legge speciale per Venezia 56 milioni a Sifa, oltre a congelare l’accordo Moranzani e ad allungare la concessione a Sifa fino al 2041. L’accordo con Sifa avrebbe però dovuto essere siglato dalla Regione usando fondi propri e non quelli della Legge Speciale per Venezia, dirottando i quali sottrae risorse preziose alla rigenerazione del territorio urbano, della zona industriale e dell’ ecosistema lagunare. Nel momento in cui il “Patto per Venezia” siglato da Renzi e Brugnaro dichiara di voler rilanciare Porto Marghera e il Progetto Moranzani, la scelta della Regione va in direzione opposta: sottraendo risorse per risanare e rigenerare Porto Marghere. Per questo il Comune deve riprendere l’iniziativa e chiedere conto di questo uso improprio dei fondi della Legge Speciale».

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