Bombe a Bruxelles: catturato il terzo uomo. Italiana tra le vittime
BRUXELLES. Se esiste un filo che lega gli attentatori di Parigi ai massacratori di Bruxelles, il bandolo per dipanare la matassa e smantellare la «cellula segreta» di cui parla il network dello Stato islamico, Amaq news, è un uomo ed è stato catturato. La direzione delle Unità Speciali (Dsu) ha arrestato nel quartiere di Anderlecht Najim Laachraoui il terzo uomo che compare nella foto della videosorveglianza dell'aeroporto insieme ad altri due vestiti di nero e morti nell'attacco suicida. Era ricercato e sarebbe l'artificiere del gruppo. Lo riferisce in esclusiva il sito del quotidiano belga Derniere Heure e il procuratore federale, che non conferma queste informazioni, ha però annunciato una conferenza stampa alle 13 senza negare l'arresto di Laachraoui.
I kamikaze che hanno fatto strage all’aeroporto di Bruxelles per gli inquirenti belgi potrebbero essere due dei tre uomini sospetti ripresi dalle telecamere di sorveglianza dello scalo mentre spingono i carrelli dei bagagli, ritratti nel fermo immagine diffuso dalla polizia dopo l’attentato. L’ipotesi formulata dagli investigatori è che gli attentatori suicidi siano i due individui che indossano sulla mano sinistra un guanto nero, usato probabilmente per coprire il detonatore delle bombe collocate dentro le valigie. Secondo il sindaco di di Zaventem, Francis Vermeiren i tre sarebbero arrivati all’aeroporto in taxi.
Il terzo uomo. Il terzo, l’unico che ha il volto parzialmente nascosto dall’ombra della tesa di un cappello nero, indossa un giubbotto color crema su una camicia chiara è Najim Laachraoui, che era super ricercato per l’esplosione che ha provocato 20 morti a Zaventem. «E' sospettato di aver commesso l’attentato all’aeroporto» scrive la polizia belga pubblicando su Facebook e su Twitter la sua foto. Le due persone arrestate davanti alla stazione Gare du Nord, invece, potrebbero non essere collegate agli attentati.
Perquisizioni in tutto il Paese. Le forze speciali entrano in azione a Schaerbeek, sobborgo a nord est della capitale che ospita una grande comunità islamica. Tutta l’area viene circondata da un gigantesco cordone di sicurezza, scattano le perquisizioni. Per evitare di compromettere le operazioni, come ha chiesto la procura, i media non diffondono dettagli. Un ordigno esplosivo con chiodi, simile a quelli usati all’aeroporto, prodotti chimici utilizzabili per confezionare bombe e una bandiera dell’Is come quella ritrovata nel covo di Salah Abdeslam e dei suoi complici a Forest, la scorsa settimana, vengono ritrovati durante la massiccia “battuta” delle teste di cuoio.
Ritrovati altri esplosivi. Nelle stesse oltre altri esplosivi vengono ritrovati all’interno dello scalo di Zaventem, mentre le detonazioni seguite in mattinata agli attacchi all’aeroporto e alla stazione metro di Maalbeek, rivelano gli investigatori, sono da attribuire al lavoro degli sminatori della Difesa, che hanno fatto brillare pacchi sospetti. «Perquisizioni sono in corso in diverse aree del Paese - annuncia il procuratore - inoltre vengono ascoltati diversi testimoni». Ma per Van Luew la rivendicazione dello Stato islamico, «è una informazione ancora da verificare», così come «è troppo presto per affermare che ci siano collegamenti tra gli attentati di oggi a Bruxelles e quelli del 13 novembre a Parigi». Secondo la Cnn, invece, che cita fonti della sicurezza belga, gli inquirenti sono convinti che il commando che ha seminato la morte a Bruxelles appartenga alla stessa rete che ha agito nella capitale francese. «Il Belgio è stato colpito per la sua partecipazione alla coalizione internazionale contro l’Is. Quello che vi aspetta sarà ancora più duro» recita la rivendicazione confermata dal sito di monitoraggio dei gruppi jihadisti Site.
Vittima italiana. La Farnesina ritiene molto probabile che ci sia un'italiana tra le vittime degli attentati di Bruxelles. L'ambasciata italiana è in contatto con la famiglia per le necessarie procedure di riconoscimento. Si tratta di una donna che si trovava nella metro quando è avvenuta l'esplosione. Di lei non si sono più avute notizie. In attesa del riconoscimento ufficiale il nostro ministero degli Esteri non ha finora fornito ulteriori particolari.
L’attacco pianificato in Siria. L’attentato di Bruxelles, secondo fonti dell’intelligence di Baghdad, sarebbe stato una reazione all’arresto di Salah Abdeslam: attacchi a obiettivi europei, secondo gli 007 iracheni, sarebbero stati pianificati «due mesi fa in Siria, a Raqqa», ma inizialmente la capitale belga non sarebbe stata inserita tra i bersagli. Il nuovo “target” sarebbe stato inserito tra le priorità da al Baghdadi dopo l’arresto della “primula rossa” degli attentati di Parigi. Probabilmente, come ritengono molti analisti, per evitare che l’eventuale collaborazione di Abdeslam con gli inquirenti provocasse lo smantellamento della rete del terrore nel cuore dell’Europa. Secondo le stesse fonti, ci sarebbero «altri tre attentatori suicidi pronti ad agire», che «compiranno un altro attacco». Per i media russi, inoltre, l’intelligence di Mosca avevano allertato gli 007 belgi - sotto accusa per i ritardi e le inefficienze nella caccia a Salah - su possibili attacchi, indicando tra i possibili individui a rischio i fratelli Ivan e Alexei Dovbash, bielorussi, e Marat Yunusov, originario del Daghestan.
Attentati annunciati. Di nuovi attentati a Bruxelles, del resto, aveva parlato subito dopo l’arresto di Salah il ministro degli Esteri belga Didier Reynders, riferendo particolari della confessione rilasciata da Abdeslam al giudice istruttore. «È probabile che sia vero, perché abbiamo trovato molte armi: armi pesanti e un nuovo network attorno a lui» aveva rivelato il ministro appena tre giorni fa, il 20 marzo. Non solo. «Per il momento abbiamo trovato oltre 30 persone coinvolte negli attentati di Parigi - aveva spiegato - ma siamo sicuri che ce ne siano altre». Per questo l’allerta attentati nella capitale belga era rimasto al livello 3 su 4, poi elevato al massimo grado ieri dopo la strage.
I sospetti. La caccia al commando è in atto. Tra i primi sospettati ci sono i due complici di Salah finora sfuggiti all’arresto, Mohamed Abrini, 30enne belga di origini marocchine, colpito da mandato di cattura internazionale già a novembre, e Najim Laachraoui, 25 anni, considerato l’artificiere degli attacchi di Parigi, di cui lunedì la polizia belga ha diffuso la foto dopo averlo identificato con certezza grazie al Dna ritrovato in due covi di Bruxelles. Con loro si fanno i nomi dei fratelli Khalid e Ibrahim el-Bakraoui, noti per la loro affiliazione jihadista: potrebbero essere proprio loro i due sospetti kamikaze immortalati nel fermo immagine all’aeroporto. In serata tre kosovari, sospettati di legami con un gruppo terroristico e provenienti da Bruxelles, sono stati fermati sull’autostrada tra Monaco e Salisburgo in Germania.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia