Bombe a Bruxelles: catturato il terzo uomo. Italiana tra le vittime

La procura: "Era lui l'artificiere anche a Parigi". La Farnesina: "Una nostra connazionale tra le vittime della metro". A Schaerbeek scoperti un ordigno e una bandiera dell’Is. I sospetti avevano un unico guanto probabilmente utilizzato per coprire il detonatore delle valigie esplosive. Ma gli investigatori intensificano la ricerca dei complici di Salah
Da sinistra: Najim Laachroui, il terrorista catturato, e i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui, i due kamikaze
Da sinistra: Najim Laachroui, il terrorista catturato, e i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui, i due kamikaze

BRUXELLES. Se esiste un filo che lega gli attentatori di Parigi ai massacratori di Bruxelles, il bandolo per dipanare la matassa e smantellare la «cellula segreta» di cui parla il network dello Stato islamico, Amaq news, è un uomo ed è stato catturato. La direzione delle Unità Speciali (Dsu) ha arrestato nel quartiere di Anderlecht Najim Laachraoui il terzo uomo che compare nella foto della videosorveglianza dell'aeroporto insieme ad altri due vestiti di nero e morti nell'attacco suicida. Era ricercato e sarebbe l'artificiere del gruppo. Lo riferisce in esclusiva il sito del quotidiano belga Derniere Heure e il procuratore federale, che non conferma queste informazioni, ha però annunciato una conferenza stampa alle 13 senza negare l'arresto di Laachraoui.

I kamikaze che hanno fatto strage all’aeroporto di Bruxelles per gli inquirenti belgi potrebbero essere due dei tre uomini sospetti ripresi dalle telecamere di sorveglianza dello scalo mentre spingono i carrelli dei bagagli, ritratti nel fermo immagine diffuso dalla polizia dopo l’attentato. L’ipotesi formulata dagli investigatori è che gli attentatori suicidi siano i due individui che indossano sulla mano sinistra un guanto nero, usato probabilmente per coprire il detonatore delle bombe collocate dentro le valigie. Secondo il sindaco di di Zaventem, Francis Vermeiren i tre sarebbero arrivati all’aeroporto in taxi.

A handout picture provided by the Belgium Federal Police on 21 March 2016, shows Najim Laachraoui, one of the suspects of the Paris terrorist attacks, on November 13th, 2015. Najim Laachraoui, formerly thought to be named Soufiane Kayal, has been identified as an accomplice of Salah Abdeslam, and was said to be using a fake Belgian Identity card by the name of Kayal, during the Paris attacks. ANSA/BELGIUM FEDERAL POLICE/HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
A handout picture provided by the Belgium Federal Police on 21 March 2016, shows Najim Laachraoui, one of the suspects of the Paris terrorist attacks, on November 13th, 2015. Najim Laachraoui, formerly thought to be named Soufiane Kayal, has been identified as an accomplice of Salah Abdeslam, and was said to be using a fake Belgian Identity card by the name of Kayal, during the Paris attacks. ANSA/BELGIUM FEDERAL POLICE/HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Il terzo uomo. Il terzo, l’unico che ha il volto parzialmente nascosto dall’ombra della tesa di un cappello nero, indossa un giubbotto color crema su una camicia chiara  è Najim Laachraoui, che era super ricercato per l’esplosione che ha provocato 20 morti a Zaventem. «E' sospettato di aver commesso l’attentato all’aeroporto» scrive la polizia belga pubblicando su Facebook e su Twitter la sua foto. Le due persone arrestate davanti alla stazione Gare du Nord, invece, potrebbero non essere collegate agli attentati.

epa05226545 A handout image provided by Belgian Federal Police shows a CCTV grab of one of the three suspects in the Zaventem airport attack in Brussels, Belgium, 22 March 2016. A surveillance camera at Zaventem airport in Brussels captured footage of the alleged perpetrators of the explosions that took place earlier the day. It reveals two men dressed in black and both wearing one glove on their left hand, which according to La Libre Belgique could have served to conceal the detonators. The third (not pictured), dressed in a white jacket and wearing a black hat, is being 'actively pursued' in the meantime, according to Belgian newspapers. EPA/BELGIAN FEDERAL POLICE / HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
epa05226545 A handout image provided by Belgian Federal Police shows a CCTV grab of one of the three suspects in the Zaventem airport attack in Brussels, Belgium, 22 March 2016. A surveillance camera at Zaventem airport in Brussels captured footage of the alleged perpetrators of the explosions that took place earlier the day. It reveals two men dressed in black and both wearing one glove on their left hand, which according to La Libre Belgique could have served to conceal the detonators. The third (not pictured), dressed in a white jacket and wearing a black hat, is being 'actively pursued' in the meantime, according to Belgian newspapers. EPA/BELGIAN FEDERAL POLICE / HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Perquisizioni in tutto il Paese. Le forze speciali entrano in azione a Schaerbeek, sobborgo a nord est della capitale che ospita una grande comunità islamica. Tutta l’area viene circondata da un gigantesco cordone di sicurezza, scattano le perquisizioni. Per evitare di compromettere le operazioni, come ha chiesto la procura, i media non diffondono dettagli. Un ordigno esplosivo con chiodi, simile a quelli usati all’aeroporto, prodotti chimici utilizzabili per confezionare bombe e una bandiera dell’Is come quella ritrovata nel covo di Salah Abdeslam e dei suoi complici a Forest, la scorsa settimana, vengono ritrovati durante la massiccia “battuta” delle teste di cuoio.

A handout image provided by Belgian Federal Police shows a CCTV grab of one of the three suspects in the Zaventem airport attack in Brussels, Belgium, 22 March 2016. A surveillance camera at Zaventem airport in Brussels captured footage of the alleged perpetrators of the explosions that took place earlier the day. It reveals two men dressed in black and both wearing one glove on their left hand, which according to La Libre Belgique could have served to conceal the detonators. The third (not pictured), dressed in a white jacket and wearing a black hat, is being 'actively pursued' in the meantime, according to Belgian newspapers. ANSA/BELGIAN FEDERAL POLICE / HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
A handout image provided by Belgian Federal Police shows a CCTV grab of one of the three suspects in the Zaventem airport attack in Brussels, Belgium, 22 March 2016. A surveillance camera at Zaventem airport in Brussels captured footage of the alleged perpetrators of the explosions that took place earlier the day. It reveals two men dressed in black and both wearing one glove on their left hand, which according to La Libre Belgique could have served to conceal the detonators. The third (not pictured), dressed in a white jacket and wearing a black hat, is being 'actively pursued' in the meantime, according to Belgian newspapers. ANSA/BELGIAN FEDERAL POLICE / HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Ritrovati altri esplosivi. Nelle stesse oltre altri esplosivi vengono ritrovati all’interno dello scalo di Zaventem, mentre le detonazioni seguite in mattinata agli attacchi all’aeroporto e alla stazione metro di Maalbeek, rivelano gli investigatori, sono da attribuire al lavoro degli sminatori della Difesa, che hanno fatto brillare pacchi sospetti. «Perquisizioni sono in corso in diverse aree del Paese - annuncia il procuratore - inoltre vengono ascoltati diversi testimoni». Ma per Van Luew la rivendicazione dello Stato islamico, «è una informazione ancora da verificare», così come «è troppo presto per affermare che ci siano collegamenti tra gli attentati di oggi a Bruxelles e quelli del 13 novembre a Parigi». Secondo la Cnn, invece, che cita fonti della sicurezza belga, gli inquirenti sono convinti che il commando che ha seminato la morte a Bruxelles appartenga alla stessa rete che ha agito nella capitale francese. «Il Belgio è stato colpito per la sua partecipazione alla coalizione internazionale contro l’Is. Quello che vi aspetta sarà ancora più duro» recita la rivendicazione confermata dal sito di monitoraggio dei gruppi jihadisti Site.

I tre italiani feriti: da sinistra Marco Semenzato, Chiara Burla e Michele Venetico
I tre italiani feriti: da sinistra Marco Semenzato, Chiara Burla e Michele Venetico

Vittima italiana. La Farnesina ritiene molto probabile che ci sia un'italiana tra le vittime degli attentati di Bruxelles. L'ambasciata italiana è in contatto con la famiglia per le necessarie procedure di riconoscimento. Si tratta di una donna che si trovava nella metro quando è avvenuta l'esplosione. Di lei non si sono più avute notizie. In attesa del riconoscimento ufficiale il nostro ministero degli Esteri non ha finora fornito ulteriori particolari.

L’attacco pianificato in Siria. L’attentato di Bruxelles, secondo fonti dell’intelligence di Baghdad, sarebbe stato una reazione all’arresto di Salah Abdeslam: attacchi a obiettivi europei, secondo gli 007 iracheni, sarebbero stati pianificati «due mesi fa in Siria, a Raqqa», ma inizialmente la capitale belga non sarebbe stata inserita tra i bersagli. Il nuovo “target” sarebbe stato inserito tra le priorità da al Baghdadi dopo l’arresto della “primula rossa” degli attentati di Parigi. Probabilmente, come ritengono molti analisti, per evitare che l’eventuale collaborazione di Abdeslam con gli inquirenti provocasse lo smantellamento della rete del terrore nel cuore dell’Europa. Secondo le stesse fonti, ci sarebbero «altri tre attentatori suicidi pronti ad agire», che «compiranno un altro attacco». Per i media russi, inoltre, l’intelligence di Mosca avevano allertato gli 007 belgi - sotto accusa per i ritardi e le inefficienze nella caccia a Salah - su possibili attacchi, indicando tra i possibili individui a rischio i fratelli Ivan e Alexei Dovbash, bielorussi, e Marat Yunusov, originario del Daghestan.

Attentati annunciati. Di nuovi attentati a Bruxelles, del resto, aveva parlato subito dopo l’arresto di Salah il ministro degli Esteri belga Didier Reynders, riferendo particolari della confessione rilasciata da Abdeslam al giudice istruttore. «È probabile che sia vero, perché abbiamo trovato molte armi: armi pesanti e un nuovo network attorno a lui» aveva rivelato il ministro appena tre giorni fa, il 20 marzo. Non solo. «Per il momento abbiamo trovato oltre 30 persone coinvolte negli attentati di Parigi - aveva spiegato - ma siamo sicuri che ce ne siano altre». Per questo l’allerta attentati nella capitale belga era rimasto al livello 3 su 4, poi elevato al massimo grado ieri dopo la strage.

I sospetti. La caccia al commando è in atto. Tra i primi sospettati ci sono i due complici di Salah finora sfuggiti all’arresto, Mohamed Abrini, 30enne belga di origini marocchine, colpito da mandato di cattura internazionale già a novembre, e Najim Laachraoui, 25 anni, considerato l’artificiere degli attacchi di Parigi, di cui lunedì la polizia belga ha diffuso la foto dopo averlo identificato con certezza grazie al Dna ritrovato in due covi di Bruxelles. Con loro si fanno i nomi dei fratelli Khalid e Ibrahim el-Bakraoui, noti per la loro affiliazione jihadista: potrebbero essere proprio loro i due sospetti kamikaze immortalati nel fermo immagine all’aeroporto. In serata tre kosovari, sospettati di legami con un gruppo terroristico e provenienti da Bruxelles, sono stati fermati sull’autostrada tra Monaco e Salisburgo in Germania.

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