“Bollicine” svuota tutto per cessata attività
Alle nuove aperture fanno da contraltare la moria di attività storiche, che chiudono i battenti e lasciano Mestre. È il caso di “Bollicine”, negozio di scarpe che si trova alla fine di Corso del Popolo verso piazza Barche, un’attività trentennale. In questi giorni grandi scritte fluo pubblicizzano la chiusura e lo svuotamento del locale, con sconti fino al 70 per cento. A fine dicembre, quando la merce sarà stata per la maggior parte venduta, un'altra vetrina si spegnerà. «Mestre?» si chiede la titolare, «tutti vedono quello che sta succedendo, ma chi si dovrebbe preoccupare avrà certamente i suoi interessi. Del resto abbiamo tre centri commerciali qui attorno, la vergogna è che non interessa a nessuno che una città o chi ci lavora muoia. Mestre è un dormitorio, a San Marco le attività storiche sono in mano agli stranieri, io provengo dall'Alto Adige, se succedesse dalle mie parti, ci sarebbe una levata di scudi. La crisi c'è e si sa, ma oltre a quello, c'è tutto il resto che non va».
Continua: «Siamo circondati dai centri commerciali, va bene, ma allora si crei qualcosa in città: spettacoli, musica, eventi. Invece niente, quelli solo alla Nave de Vero (che sa fare bene il suo mestiere perché da quando c'è abbiamo finito sul serio), qui solo vuoto desolazione». Prosegue: «Se non crei le condizioni e il terreno, non puoi seminare, a Mestre non si fa nulla, non si può pensare che di punto in bianco arrivi il mondo».
Altre chiusure in via San Pio X, civico 1 che fa angolo con via Caneve, altra strada che si affaccia su palazzi vuoti e chiusi, sono spuntate le consuete scritte. Questa volta il negozio è “Mamita”. «Svendita totale per cessata attività», si legge, «sconti fino al 70 per cento dal 2 novembre al 24 dicembre».
In viale Garibaldi, in silenzio, hanno chiuso supermercati e locali, in via Caneve lo stesso, in via Ca' Rossa a fine estate ha chiuso uno dei negozi di caramelle e dolciumi più famoso di Mestre. (m.a.)
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