Bocciato lo Statuto, schiaffo a Brugnaro

Respinta dal sindaco la richiesta di modifica del testo, i sindaci non lo approvano. Ipotesi proroga o commissario
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 19.10.2015.- Consiglio Metropolitano. Cà Corner. Il Sindaco Metropolitano Luigi Brugnaro.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 19.10.2015.- Consiglio Metropolitano. Cà Corner. Il Sindaco Metropolitano Luigi Brugnaro.

VENEZIA. Brutto e imprevisto stop per la costituzione della Città metropolitana: i sindaci non hanno approvato lo Statuto e - se il sindaco Luigi Brugnaro non si affretterà a convocare il consiglio metropolitano per mettere mano al testo - all’orizzonte si profila un nuovo commissario.

E così, come nel giro dell’oca, si ritorna alla casella di partenza, o quasi. Ieri mattina infatti a Ca’ Corner la Conferenza metropolitana, composta dai 44 sindaci del Veneziano, era chiamata ad approvare lo Statuto che potremo definire la carta costituente della Città metropolitana. La richiesta di modifica immediata del testo per far contare di più i sindaci, soprattutto nella stesura del piano strategico, è stata respinta da Brugnaro che ha suggerito di votarlo, per eventualmente modificarlo nei prossimi mesi. Il sindaco era sicuro di avere i numeri per andare al voto - per essere approvato servono almeno 15 sindaci favorevoli in rappresentanza del 50% della popolazione residente - e come in una partita di poker ha chiesto il vedo.

E l’esito è stato una sorpresa per tutti: 13 sindaci a favore, 4 contrari, 4 astenuti e 23 astenuti, tra questi i sindaci del Pd - come si poteva prevedere - ma anche alcuni del centro-destra. Fuoco amico, del quale Brugnaro non aveva tenuto conto, arrivato da Fossalta di Piave e Scorzé. Se i loro fossero stati voti favorevoli, come si aspettava Brugnaro, la giornata avrebbe preso una piega diversa. E invece è stata una doccia fredda. I sindaci dei due comuni Massimo Sensini (Lega) e Giovanni Mestriner (centrodestra) siedono pure nel consiglio metropolitano, consesso nel quale avevano approvato lo statuto appena una settimana fa. Dopo l’approvazione però - dicono quasi a una sola voce - è mancato totalmente il confronto con i sindaci. Ecco perché, dimessi i panni di consiglieri e messi quelli di sindaci hanno deciso di astenersi.

E ora che succede? La legge sulla Città metropolitana prevede che, dall’insediamento del consiglio metropolitano, che a Venezia è stato il 31 agosto, ci siano 120 giorni - quindi entro il 31 dicembre - per approvare lo Statuto. Se così non dovesse essere a Ca’ Corner potrebbe tornare, per la seconda volta, un commissario prefettizio, anche se c’è chi, leggendo le norme, sostiene che ci sia un margine normativo che permetterebbe a Brugnaro di chiedere una proroga di alcuni mesi.

Certo è che Brugnaro, ieri uscito politicamente sconfitto da Ca’ Corner, dovrà convocare al più presto il consiglio metropolitano per modificare lo statuto e allargare il consenso intorno al documento per arrivare quanto prima all’approvazione dello statuto. Almeno che non decida di aspettare il commissario. Sono soprattutto due i punti contestati dai 23 sindaci (tra questi Mirano, Spinea, San Donà) astenuti. Chiedono una maggiore partecipazione dei primi cittadini riuniti nell’assemblea alla stesura del Piano strategico - è il documento che disegna lo sviluppo dell’area metropolitana - e una maggiore condivisione, allargata al consiglio metropolitano, del Piano esecutivo di gestione (Peg) attraverso il quale si destinano risorse e finanziamenti ai vari capitoli di spesa del bilancio, al momento ben saldo nelle mani del sindaco metropolitano. I voti favorevoli sono arrivati, tra gli altri, dai comuni di Chioggia, Portograro e Campagna Lupia, mentre hanno votato contro lo statuto i sindaci di Mira, Annone, Cavallino e Meolo.

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