Blocco turnover dei lavoratori Actv: a rischio ferry e bus notturni

MESTRE. «A rischio il servizio di continuità come ferry della linea 11, la linea 17, gli autobus notturni, i collegamenti da e verso le isole come Murano, la linea 2 in Canal Grande, le linee circolari». E’ uno scenario pesante quello evocato dai sindacati di Avm, ieri riuniti in una videoconferenza unitaria alla luce della rottura del tavolo delle trattative di mercoledì sera in Prefettura.
Senza un passo indietro su disdetta del contratto integrativo, blocco del turnover e dell’assunzione di stagionali, per i rappresentanti dei 3.100 dipendenti del gruppo Avm a pagare le conseguenze saranno soprattutto i cittadini.
Ecco perché, in un braccio di ferro pieno di tensione che dura da settimane, i sindacati hanno indetto un secondo sciopero dopo quello (partecipatissimo) dell’8 febbraio. I lavoratori incroceranno le braccia dalle 10 alle 13, e la data fissata è per il 6 marzo (con tanto di presidio di fronte alla stazione Santa Lucia). Anche se, è notizia di ieri mattina, si fa strada l’ipotesi 8 marzo.
La commissione di garanzia avrebbe infatti avuto da ridire sulla prima data ed è concreta la possibilità che lo sciopero contro Avm si leghi a quello nazionale già fissato per la giornata internazionale delle donne. Il nodo sarà sciolto nelle prossime ore. Fatto sta che i sindacati hanno comunque concordato una serie di iniziative per coinvolgere la cittadinanza: banchetti in città, volantinaggi e un documento con le proposte dei lavoratori.
Le prossime settimane saranno decisive, la disdetta è dietro l’angolo (fine marzo) e non è escluso un altro sciopero il 26 marzo. Mercoledì sera Avm ha lanciato una controproposta ai lavoratori con la riduzione dei riposi, 100 euro in meno in busta paga, e la ricalibrazione delle ferie programmate. Un piano che punta alla riduzione dei costi indiretti, e a ripianare un buco da 60 milioni per il 2021.
«La proposta dell’azienda non ha nulla a che vedere con l’equità. Non si può continuare a finanziare il trasporto pubblico locale con il turismo», così Marino De Terlizzi (Cisl). «Il blocco del turnover vuol dire meno persone che lavorano, sarà impossibile mantenere lo stesso livello di servizi», l’allarme lanciato da Andrea Naia (Faisa Cisal). Fernando Lanza (Ugl) ha poi messo in guardia dagli affollamenti degli ultimi weekend: «La gente ricomincia a muoversi.
Ci sono 230 mila ore di trasporto che non vengono pagate, chi le paga?». Francesco Sambo (Uil) ha sottolineato l’importanza del tavolo istituzionale promosso dal Prefetto per chiedere maggiori risorse al governo. Speranze ormai ridotte al lumicino di ricucire lo strappo, dopo i tentativi di mediazione del Prefetto e le mozioni approvate da Regione e consiglio comunale. «Non vediamo l’ora di sederci al tavolo per discutere - conclude Alberto Cancian (Usb), a patto che si parta da zero a zero».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia