Bloccato il rave party tra l’amianto

Cinquecento giovani all’ex Sirma: ne erano attesi duemila. La polizia fa sgomberare l’area già sotto sequestro
Di Francesco Furlan
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"

MARGHERA. Era tutto pronto: erano già arrivati in cinquecento ieri all’ora di pranzo all’ex Sirma di Marghera, fabbrica chiusa e sotto sequestro, anche per la presenza di amianto da bonificare. Avevano allestito le casse, la consolle, preparato i banchetti per la birra e alcune bancarelle, ma sono stati fermati dall’intervento delle forze dell’ordine che, dopo aver aperto una trattativa, sono riusciti a far cambiare loro idea. Facendo capire ai ragazzi leader del gruppo che quel posto era troppo pericoloso per proseguire con il rave party. E così il peggio è stato sventato. Era la mattinata di ieri quando alle forze dell’ordine sono arrivate le prime segnalazioni di gruppi di giovani che, dopo aver rotto i sigilli, erano entrati nell’ex Sirma di via della Chimica, anche se è probabile che alcuni gruppi fossero entrati già nel corso della notte.

I giovani, in prevalenza ventenni, originari di Milano, Torino, Reggio Emilia e di tutto il Nord Italia, si stavano preparando per la notte - qualcuno era già su di giri -, il grande rave veneziano lanciato attraverso i social network e il passa-parola nei luoghi d’incontro dell’antagonismo di Piemonte e Lombardia. Duemila le persone attese per ballare a colpi di musica elettronica, giovani da tutta Europa.

Tanto è vero che, quando le forze dell’ordine sono arrivate in via della Chimica, c’erano già auto e camper arrivati da Francia e Belgio dopo aver viaggiato per tutta la notte, mentre si aspettavano molti spagnoli, soprattutto catalani. I primi ad intervenire, intorno alle 11, sono stati gli agenti del commissariato di Marghera, e a seguire si sono aggiunte le volanti, la Digos, i carabinieri e anche gli agenti della polizia municipale. Per prima cosa è stato deciso di chiudere le strade d’accesso così da evitare che altre persone potessero entrare nei capannoni all’amianto dell’ex Sirma. Poi è cominciata la lunga trattativa con i ragazzi, portata avanti con cautela dal responsabile della Digos Enzo Gaetano, che è riuscito a convincere i ragazzi che sarebbe stato troppo pericoloso proseguire con la festa in un luogo del genere, e che non c’erano alternative: la festa doveva essere annullata e loro dovevano abbandonare la struttura sotto sequestro. In un primo momento gli organizzatori non ne volevano sapere. «Ci sono duemila persone che stanno arrivando, non possiamo annullare tutto adesso», hanno cercato di spiegare. Fino a che, facendo loro capire il rischio cui andavano incontro per la presenza dell’amianto, e i rischi che ricadevano su di loro, in quanto organizzatori, la trattativa è andata a buon fine. Nel pomeriggio i ragazzi hanno deciso di smantellare le apparecchiature e abbandonare lo stabile, e si sono allontanati alla spicciolata.

Dopo aver controllato i capannoni e verificato che all’interno dello stabile non vi fosse più nessuno, verso le 19 sono stati riposti i sigilli alla fabbrica. Il presidio degli ingressi da parte delle forze dell’ordine è durato fino a notte, per evitare l’arrivo di persone convinte della presenza del rave. L’ex Sirma è la stessa fabbrica dove un mese fa morì un operaio, impegnato proprio nella bonifica dell’amianto, fulminato da una scarica di ventimila volt nel tentativo di rubare i cavi di rame di una cabina elettrica che credeva fuori uso e che invece era ancora attiva.

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