"Bloccati dentro il Parlamento europeo, in una città in guerra: ho visto Salvini teso, scampato all'attentato per un soffio"

Il racconto del miranese Andrea Tomaello, stagista all'Europarlamento nel gruppo della Lega
Andrea Tomaello, di mirano, lavora a Bruxelles con il gruppo della Lega
Andrea Tomaello, di mirano, lavora a Bruxelles con il gruppo della Lega

BRUXELLES. «Bloccati all’interno del Parlamento europeo, in una città in guerra». Andrea Tomaello, 26 anni di Mirano, è nella capitale belga da circa due mesi, come stagista all’Europarlamento. Racconta la mattinata terribile vissuta con il suo staff, a pochi passi dagli attentati che hanno colpito la linea della metropolitana di Maalbek. «Sono arrivato in ufficio come ogni mattina poco dopo il primo attentato a Zaventem (l’aeroporto, ndr)», racconta, «ancora non sapevo dell’attacco, poi una volta dentro al palazzo il cellulare si è agganciato alla rete Wifi e sono stato sommerso dai messaggi di chi mi chiedeva se andava tutto bene. Poco dopo sono saltate anche le fermate della metro qui vicino, siamo a circa 500 metri in linea d’aria: non abbiamo sentito lo scoppio, ma è stato subito un viavai continuo di sirene e mezzi di soccorso».

Matteo Salvini a Bruxelles, teso dopo gli attentati: allo scoppio della bomba stava andando in aeroporto
Matteo Salvini a Bruxelles, teso dopo gli attentati: allo scoppio della bomba stava andando in aeroporto

Da febbraio Tomaello e stagista per lo staff di Lorenzo Fontana, eurodeputato del Carroccio, ma ieri tutto lo staff della Lega a Bruxelles ha vissuto attimi di tensione, a cominciare dal leader Matteo Salvini, scampato per poco all’attentato.

«Si stava dirigendo all’aeroporto per rientrare a Milano», spiega Tomaello, «la hall dello scalo è stata colpita quando lui era quasi arrivato. È stato costretto a tornare indietro, al Parlamento, per motivi di sicurezza. L’ho visto teso, si è reso conto di averla scampata».

Matteo Salvini a Bruxelles, teso dopo gli attentati: stava andando in aeroporto
Matteo Salvini a Bruxelles, teso dopo gli attentati: stava andando in aeroporto

«Siamo usciti subito dopo gli attentati per cercare di capire, ma ci hanno fatto rientrare, sottoponendoci tutti a controllo. Il palazzo è presidiato dagli uomini della sicurezza, normalmente sono in giacca e cravatta, ora battono i corridoi e le stanze con il giubbotto antiproiettile e armi da guerra. Sembra che sia scoppiato un conflitto, resta da capire se e quando ci faranno uscire». 

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