Blitz e sgombero in via del Gaggian
Ore 9, va in scena lo sgombero dell’edificio di via del Gaggian. Sgombero di una cinquantina di stranieri, annunciato e previsto dalla Prefettura dopo la richiesta della proprietà, un istituto religioso, che si è rivolta pure alla magistratura. Si tratta di stranieri arrivati in via del Gaggian tre anni fa, quando l’Italia accolse e gestì l’emergenza profughi dalla Libia. Gente che ora andrà ad occupare altri stabili. «Questo sgombero, che coinvolge persone con titolo per restare nel nostro paese, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di accoglienza dell’Italia. Hanno lasciato che la situazione degenerasse per poi farlo diventare un problema di ordine e sicurezza pubblica. Hanno lasciato che si innescasse un rapporto di conflittualità con la gente che vive attorno alla casa occupata. Nessuna politica sociale solo spazio alla polizia», dice sconsolata Ester Moschini di “Razzismo Stop”, l’associazione che in questo ultimo anno è stata al fianco di queste persone per trovare una soluzione e consentire agli stranieri un percorso d’inserimento.
Le operazioni di sgombero che hanno visto impegnati polizia, carabinieri, vigili urbani e operai del Comune, sono proseguite per tutta la giornata di ieri e continueranno anche oggi. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto, la gran parte degli stranieri, tutti provenienti dal centro Africa, era già uscita. In quel momento sono iniziate le operazioni di identificazione dei presenti e di coloro che rientravano nello stabile per raccogliere le proprie cose e andarsene.
Ci sono stati momenti di tensione quando un gruppetto di occupanti, che hanno i documenti per restare in Italia, è uscito in strada con l’intenzione di sistemarsi in mezzo alla carreggiata. Una protesta estemporanea, terminata quasi subito. A fine giornata era stata identificata una cinquantina di stranieri. Da un sopralluogo eseguito la settimana scorsa dalla polizia era emerso che i giacigli sistemati nella struttura erano un’ottantina. Anche se in realtà i frequentatori dell’edificio erano meno.
Il caso di via del Gaggian inizia nella primavera del 2011 con i circa venti profughi arrivati in città nell'ambito del programma di accoglienza dei migranti in fuga dalla guerra della Libia. Migranti dati in gestione alla Caritas che per questo viene pagata dallo Stato.
Al termine del programma di due anni, la scorsa estate, dopo anche tre mesi di proroga, ne erano rimasti 14 i quali, non sapendo dove altro andare, sono rimasti a viverci. A loro si sono aggiunte, nel corso dei mesi successivi, altre decine di persone, e la casa ospitava negli ultimi mesi, a seconda delle serate, anche 60 persone.
Le condizioni igieniche sono disperate, basti pensare alle decine di topi che fanno avanti e indietro dal giardino e che hanno messo casa proprio nel cortile all'ingresso della stanza da pranzo. C'è poi, per tutti gli ospiti, un solo bagno funzionante perché gli altri sono stati intasati. L'immobile è di proprietà dell'Opera Santa Maria della Carità che si è rivolta alla magistratura per tornarne in possesso e poter aprire, come da programmi, una comunità per recuperare i tossicodipendenti. La tensione nella casa è scoppiata nelle ultime settimane, con le proteste dei migranti per ottenere l'energia elettrica, di cui era stata sospesa l'erogazione, e l’acqua corrente.
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