Blitz della polizia a Marghera. Liberata ragazza sequestrata. Tre arresti

In manette due donne e un uomo. Una borsa griffata e contesa da diversi acquirenti all’origine del gesto che ha portato una ragazza a momenti di terrore
Roberta De Rossi

MARGHERA. L’acquisto online di una borsa firmata è finito con l’arresto di tre persone, per la pesante accusa di sequestro di persona a fini di estorsione.

Cosa sia accaduto nel dettaglio, lo dovranno stabilire le indagini ancora in corso, ma nel frattempo in carcere sono finiti tre cittadini cinesi, due donne e un uomo: una signora residente a Marghera, una con casa a Padova e un uomo che abita a Bologna. Secondo una prima ricostruzione, quando si sono accorti di aver acquistato tutti e tre la stessa borsa, avrebbero deciso di farsi ragione da soli.

Raccontiamo questa storia dalla fine: è giovedì, all’ora di cena, quando la Polizia fa irruzione nell’abitazione di Marghera e libera una giovane, sempre cittadina cinese. Abita a Rimini: è lei che ha messo in vendita la borsa.

Quel che si sa, è che la signora di Marghera è convinta di aver fatto un grande affare, dopo aver acquistato per un centinaio di euro una borsa griffata offerta su una bacheca online. La donna paga, passano i giorni, ma la borsa non arriva. Cerca di contattare la venditrice e - tra i commenti online sotto l’offerta della borsa - trova anche quello di una connazionale, che abita a Padova, dove gestisce un bar. La contatta e per tutta risposta questa le dice che è lei ad aver acquistato la borsa.

Due acquirenti per lo stesso “affare” sono già molti, ma parrebbero non tutti: le due donne uniscono le forze e vengono in contatto con un altro compatriota, che abita a Bologna. È lui - dice - ad essersi aggiudicato la borsa.

E sono tre.

Secondo la prima ricostruzione, a questo punto, il terzetto si mette compatto sulle tracce della venditrice e la rintraccia a Rimini. Lei si difende, dice di non sapere nulla, che ha messo in vendita la borsa per un conoscente.Cosa sia successo ancora non è chiaro, ma quel che è certo è che - dopo l’allarme lanciato dai parenti della donna - la riminese viene ritrovata giovedì sera a Marghera. Due giorni dopo la visita del gruppo a Rimini. «Un’ospite», secondo la padrona di casa.

La Polizia rintraccia i tre clienti, che ora - su autorizzazione della Procura - sono in carcere con l’accusa di sequestro di persona ai fini di estorsione. Un equivoco o un modo spiccio di regolare i conti?

Nei prossimi giorni, l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, dove con l’assistenza dei loro avvocati difensori potranno dare la loro versione dei fatti o avvalersi della facoltà di non rispondere.

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