Blitz del Ros dei carabinieri: presa la banda del boss Galatolo

MESTRE. Un’operazione dei carabinieri del Reparto operativo speciale (Ros) assieme ai colleghi del comando provinciale di Venezia, è in corso nell’hinterland veneziano nei confronti di 4 persone, raggiunte da un provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari (gip) del Tribunale di Venezia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda). In queste ore anche numerose perquisizioni ed informazioni di garanzia nei confronti di altre persone coinvolte nell’organizzazione criminale.

I reati contestati sono “rapina aggravata in concorso”. L’ordinanza cautelare è stata emessa a conclusione di un’attività investigativa originata dalla presenza ed operatività sul territorio veneziano del boss mafioso Vito Galatolo, già esponente di spicco della famiglia dell’Acquasanta di Palermo (figlio del capo mandamento Vicenzo, detenuto all’ergastolo per l’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della sua compagna Emnanuela Setti Carraro). Galatolo, oggi, sta collaborando con gli investigatori.
Ma prima dell'arresto e del pentimento, proprio Galatolo, pur sottoposto all’epoca dei fatti alla Sorveglianza Speciale, forte anche del proprio carisma, aveva dato vita ad un aggregato criminale dedito alla perpetrazione di gravi reati contro il patrimonio, composto prevalentemente da palermitani.
Le indagini pertanto hanno permesso di svelare, l’estate scorsa, tutte le fasi di una rapina tentata nei confronti di un’agenzia scommesse di Mestre e di quella effettuata il 16 giugno.2014 alla concessionaria Tupperware di Ponzano Veneto (TV). In quest’ultima circostanza venivano tratti in arresto tutti i responsabili dell’assalto e di fatto il gruppo organizzato veniva stroncato. Ma i carabinieri sapevano che solo una parte del "gruppo di fuoco" inviato dai Galatolo in Veneto, e che presumibilmente doveva servire anche a creare una specie di "cordone di protezione" attorno al boss inviato alla sorveglianza speciale.
In preparazione vi erano infatti altri colpi nella città di Mestre in danno di un’oreficeria e di un esercizio pubblico.
Il gruppo criminale veniva definitivamente decapitato dall’arresto del boss Galatolo il 23 giugno 2014 su provvedimento cautelare proveniente dalla Direzione antimafia di Palermo (operazione “Apocalisse”) e nell’autunno scorso il predetto intraprendeva la strada della collaborazione con gli inquirenti palermitani, fornendo informazioni in ordine al progetto di attentato al P.M. Nino Di Matteo. Galatolo ha recentemente spiegato ai magistrati come fosse stato incaricato di acquisire oltre 200 chili di esplosivo ad alto potenziale per l'attentato che doveva eliminare Di Matteo, cioè il magistrato titolare, tra le altre indagini, anche dell'inchiesta Stato - mafia.
Il blitz di oggi, con elicotteri, tiratori scelti e carabinieri esperti nell'affrontare soggetti pericolosi è solo una parte e di un'ampia indagine ancora in corso, che mira a capire quale fosse la portata dei collegamenti e delle connivenze imbastite dal Galatolo sul territorio veneziano negli ultimi anni. Particolare attenzione è stata prestata al comparto turistico-fluviale della città di Venezia nel quale Galatolo era inserito. Galatolo era stato infatti assunto da un'altra vecchia conoscenza dei carabinieri: il mestrino Otello Novello, detto "Cocco cinese", che gestisce due società di trasporto turistico su lancioni al Tronchetto.
Vito Galatolo radicatosi in un territorio lontano dalla propria originaria realtà criminale continuamente sottoposta ad azioni repressive da parte delle forze dell’ordine, prendendosi gioco dei dettami della Sorveglianza Speciale cui era sottoposto, non solo ha continuato a dirigere la famiglia mafiosa dell’Acquasanta ma nel contempo organizzava plurime attività criminose anche sul territorio di radicamento, avvalendosi di sodali già da tempo stanziali al Nord.
La cosca mafiosa dell'Acquasanta governata da Galatolo gestisce da sempre i cantieri di Palermo ed è considerata una tra le più potenti. Secondo i collaboratori di giustizia da tempo la famiglia ha scelto di diversificare i propri investimenti anche nei cantieri del Nord Italia e in particolare a Porto Marghera dove agisce nel settore delle coibentazioni navali. Proprio a Marghera, infatti, agivano due società, “Nuova Navalcoibent” ed “Euro Coibenti”, che fanno capo a Giuseppe Corradengo, l'uomo che secondo la magistratura palermitana fa da rappresentante dei Galatolo nel settore.
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