Blitz al campeggio, tutto irregolare
di Alice Ferretti
e Giovanni Cagnassi
JESOLO
Misure di sicurezza non a norma e contratti di lavoro irregolari. È l’esito del primo di una lunga serie di controlli nei campeggi del litorale veneto. Nel mirino della task force composta da vigili del fuoco, vigili urbani, Asl, Spisal e Arpav, è stato ieri mattina il campeggio Don Bosco di Jesolo. Dopo un breve summit in Comune agenti, tecnici e funzionari, attorno alle 9, si sono diretti nella struttura ricettiva di via Don Bosco, gestita dallo stesso titolare del vicino camping Bosco Pineta, dove appena qualche settimana fa è divampato uno dei cinque incendi. Macchina fotografica e taccuino alla mano, ognuno ha annotato cosa non andava all’interno del campeggio, chiaramente in base al proprio ambito di competenza.
Il controllo congiunto, che si è verificato sotto gli occhi incuriositi ma anche piuttosto perplessi dei tanti ospiti della struttura, si è concluso dopo circa un’ora e mezza. I vigili del fuoco, i principali interessati nell’ambito della prevenzione incendi, tema particolarmente sentito visti i precedenti specifici, non solo hanno girato per le zone comuni del camping, quelle gestite direttamente dalla proprietà, ma hanno chiesto a diversi campeggiatori di poter entrare nelle loro tende, roulotte, o casette, per accertarsi che tutto fosse a norma.
Le irregolarità. Diversi gli elementi che vengono contestati al titolare della struttura. In primis la mancanza delle necessarie vie di fuga in caso d’emergenza. Le unità abitative del camping sono infatti una attaccata all’altra e non vengono rispettati i metri di distanza che invece sono obbligatori per legge. Ma non solo. Il Don Bosco è sprovvisto dell’adeguata cartellonistica, che in caso di evacuazione improvvisa ha la funzione di agevolare la fuga degli ospiti e che, anche questa secondo la legge, è imprescindibile. E poi c’è il problema quadri elettrici. I vigili del fuoco hanno accertato che diversi quadri elettrici della struttura non erano a norma, e quindi evidentemente pericolosi. Infine è emersa anche la questione dipendenti. Pare infatti che i lavoratori del Don Bosco non fossero in regola dal punto di vista dei contratti.
La soluzione. Insomma nel camping jesolano sono state rilevate una serie di criticità non indifferenti e che se non risolte potrebbero creare diversi guai al gestore della struttura. A quest’ultimo è stato dato infatti un ultimatum: cinque giorni di tempo per adeguarsi sia per quanto riguarda le norme di prevenzione incendi, sia per quanto riguarda i contratti delle persone che lavorano per la struttura.
I precedenti. Questa serie di controlli nei campeggi del litorale veneto nascono in seguito agli incendi che si sono sviluppati nei camping nel mese di luglio. Cinque incendi per essere precisi, tra le località di Cavallino, Sottomarina, ma soprattutto Jesolo e Caorle, dove i roghi sono stati particolarmente aggressivi. Il 4 luglio 30 casette sono state distrutte dalle fiamme al camping Pra’ delle Torri, a Caorle, forse per uno zampirone lasciato inavvertitamente acceso. L’11 luglio 20 bungalow hanno preso fuoco al campeggio Bosco Pineta di Jesolo. In questo caso la causa scatenante era stata un sovraccarico di energia dovuto all’impiego dei condizionatori..
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