Black out alla Galloplastik Occupazione a rischio

Chioggia. Grido d’allarme del presidente Tiozzo Gobetto che ha diffidato l’Enel «Ho settanta dipendenti ma con queste interruzioni dovrò tagliare gli addetti»
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. A rischio la produzione e i posti di lavoro della Galloplastik per le continue interruzioni di corrente. Frequenti black out nel corso della giornata, di pochi secondi, bloccano i macchinari che poi per ripartire necessitano di ore mandando all’aria la produzione, compromettendo la qualità e ritardando la consegna delle commesse. Il tutto si potrebbe ripercuotere a fine anno in un ridimensionamento del personale che conta 50 persone a tempo indeterminato e 20 a tempo determinato.

Il presidente della società, Eugenio Tiozzo Gobetto, ha dato mandato ai legali perché diffidino l’Enel da cui sostiene di non aver avuto mai risposte esaustive sul perché succedano continue interruzioni. La Galloplastik è una delle più grandi industrie di Chioggia con un fatturato di 20 milioni di euro all’anno. I primi problemi con l’Enel sono iniziati anni fa con interruzioni che si verificavano ogni due-tre settimane. Poi la frequenza è aumentata. «Oggi succede anche più volte in giorno», racconta Tiozzo Gobetto, «da due settimane è diventato impossibile lavorare per le continue interruzioni, senza alcun preavviso e senza che ne conosciamo il motivo. La nostra azienda lavora a ciclo continuo, ogni interruzione del servizio elettrico, anche se di poche frazioni di secondo, ha gravissime conseguenze economiche perché provoca interruzioni della produzione, scarti di materiale e compromette la qualità del prodotto con ripercussioni in termini occupazionali perché i turni saltano per il fermo degli impianti. Ogni interruzione provoca perdite per migliaia di euro». Lo scenario fa prospettare quindi ricadute anche sul personale che potrebbe ridimensionarsi a fine anno per la perdita di commesse importanti. La Galloplastik lavora molto nel settore alimentare dove le consegne devono essere puntuali. I disservizi energetici hanno causato ritardi nelle consegne, calo dello standard di qualità e costi più alti. «Così non possiamo continuare», specifica il presidente, «Abbiamo più volte segnalato il problema a Enel e Enel distribuzione, senza ottenere alcun risultato utile o addirittura senza ottenere risposte. Ora abbiamo passato tutto nelle mani dei legali. È assurdo in un periodo di crisi mettere in ginocchio un’azienda per questi motivi. Se lasceremo a casa dei dipendenti non sarà per la crisi, ma perché non ci viene permesso di lavorare normalmente».

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