Bistrot in piazzetta Olivotti, un progetto che divide

A cinque anni dalla prima proposta la giunta cerca imprenditori interessati Il gestore della creperia: «Dovrebbero regalarmelo, qui ora c’è solo degrado»
Se ne era parlato per la prima volta nel settembre 2012 quando, dopo esser stato cassato dagli uffici comunali, il progettino di un bistrot in piazzetta Monsignor Olivotti, tra via Piave e via Degan, si era concretizzato in un bando del Comune per cercare imprenditori pronti a realizzarlo. Per volere dell’ex assessore Simionato e dell’ex presidente di municipalità Venturini.


Imprenditori all’epoca c’erano visto che l’idea l’aveva lanciata Ferdinando Santi, ex titolare del ristorante “Santi Marchini”. Il bando è rimasto inattuato. Il ristorante ha cambiato nome e pure titolari, e la creperia “Santi” tra via Degan e piazzetta Olivotti e che confina con la fontana di Aricò che guarda su via Piave è passata da zio a nipote.


Quello che non è cambiato è il degrado che ogni sera allarma chi vive e lavora in zona. Ora, cinque anni dopo, sulla stessa strada è pronta a muoversi la giunta Brugnaro che ha deciso con una delibera, e su proposta dell’assessore Boraso (Patrimonio), di lanciare un nuovo bando per progetti che vadano a riqualificare l’area con uno spazio per somministrazione di cibi e bevande, la manutenzione del verde e della fontana/scultura di via Piave. Come? Con un avviso di evidenza pubblica.


La creperia “Santi” oggi gestita da Francesco, nipote di Ferdinando, non ha intenzione di proporsi come soggetto attuatore di quel progetto finito nel dimenticatoio. «La situazione di questa zona oggi è ingestibile. Se me lo danno a costo zero, potrei pensarci. Investirci soldi no, perché in questi anni siamo stati abbandonati anche se paghiamo tante tasse, comprese quelle molto care dei rifiuti, e ci battiamo tutte le sere per mantenere una clientela che fatica a frequentare questa zona viste le brutte presenze all’esterno», dichiara Francesco. «Abbiamo una petizione qui nel locale che non è stata considerata da nessuno. E l’unica voglia è di lasciare Mestre», denuncia.


Altri locali potrebbero essere interessati e si vocifera che qualcuno abbia pronta una nuova proposta. Si vedrà. Notizie che per ora sono sussurri e che dovranno presto farsi avanti per investire sull’area di 1.350 metri quadri complessivi e che confina con l’ex biblioteca di Mestre, poi galleria Contemporaneo, oggi sede di uno spazio occupato da giovani studenti, il Loco. Obiettivo: il rilancio. Si parla di una concessione ventennale per 150 metri quadri di spazio dedicato per somministrazione cibi e bevande con il riconoscimento al concessionario di 350 mila euro e dotato di sistema di videosorveglianza. A carico dei privati anche la cura dell’area esterna. Qualcuno si farà avanti?


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