«Bisogna creare un centro termale»
CHIOGGIA. Imprenditore di successo, parla già da candidato alla carica di sindaco di Chioggia. Marino Masiero snocciola uno per uno i nodi dell’economia turistica cittadina, illustrando una strategia di rilancio. Partendo dal successo che ha raggiunto il settore della nautica, spiega i punti di forza e quelli di debolezza del sistema turistico.
La nautica a Chioggia quest'anno è cresciuta. Risultato che premia il vostro lavoro.
«Abbiamo seminato da anni un modo diverso di fare turismo, legato alla conoscenza del territorio, non un turismo del mordi e fuggi, ma con escursioni a piedi, in bici e con la barca».
Quali sono le risposte che attendete dalla politica?
«Avevamo intercettato, con la Provincia, un importante finanziamento con i Patti Territoriali, di circa un milione, che si sarebbe potuto utilizzare per un molo pubblico, per cui avevamo indicato il “Marina City Park” all'Isola dell'Unione. Ma questi soldi sono stati destinati per un piazzale al porto: non si capisce il perché di scelte con risultati zero».
Sono tante le prospettive di sviluppo e voi puntate su idee innovative. Quali?
«Bisogna permettere l’ampliamento dei casoni in laguna, creando piattaforme con almeno otto stanze. Bisognerebbe poi concretizzare, di concerto con Cavallino e Jesolo, una filiera del viaggio in bici».
Solo chi sta al passo con i tempi, innovandosi, porta a casa risultati...
«Il problema della nostra ricettività sta nella stagione troppo breve, che si è ridotta a 40 giorni. Bisogna investire sulle strutture alberghiere facendole diventare veramente competitive. Se non si dà vita a un centro termale con le piscine riscaldate non si avrà mai un turismo lungo. In altre realtà la spiaggia viene sfruttata anche d’inverno. Serve sinergia: le darsene stanno vincendo perché hanno fatto sistema. Andiamo in giro per il mondo, facciamo promozione e destagionalizziamo il turismo».
Come si supera l'isolamento del Clodiense in mancanza di infrastrutture adeguate?
«Bisogna porre le questioni sui tavoli giusti. La Monselice Mare è ferma a Correzzola, al confine tra Padova e Venezia. Sembra quasi ci sia stato un disegno politico che ci abbia isolati. Perché a nord ci sono i soldi per collegare la Monselice Mare all'autostrada e a sud non ci sono i soldi per collegare la Monselice Mare al mare? Bisogna puntare sul raddoppio dell'Arzerone, che deve essere indipendente dalla Orte-Mestre».
Andrea Varagnolo
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