Bimbo si fa male in crociera, la Costa paga
VENEZIA. Una famiglia veneziana ha vinto la causa, grazie anche al loro legale (l’avvocato Augusto Palese), contro «Costa Crociere». Il giudice del Tribunale di Venezia Marta Cappelluti ha condannato la compagnia di navigazione a pagare 16 mila 750 euro ai genitori del piccolo Diego di 5 anni, che durante la crociera, cadendo e battendo la testa contro un tavolino, si è procurato una ferita lacerocontusa sopra l’occhio. Padre, madre e figlio, il 28 dicembre 2010, erano saliti sulla «Concordia», la nave che pochi mesi dopo sarebbe affondata al Giglio, per una crociera alle Canarie, con ritorno a casa a gennaio dell’anno seguente. La sera dell’1 gennaio avevano affidato il figlioletto al personale di bordo preposto all’animazione all’interno dello «Squok Club». Mentre cenavano, intorno alle 21, erano stati chiamati perché il bambino aveva avuto un incidente: accorsi al Club, si sono ritrovati Diego con una ferita all’arcata sopraciliare destra con tanto sangue che usciva. Il personale gli aveva riferito che giocando aveva battuto la testa contro un tavolino privo di protezione. Era stato portato in infermeria, dove gli era stata suturata la ferita.
I genitori non furono costretti a lasciare la nave, ma furono obbligati ad annullare le escursioni già prenotate, come quella a Tenerife ad esempio. Rientrati e Venezia si rivolgevano all’avvocato Palese e così hanno avviato la causa civile: il legale ha sostenuto che, oltre alle spese sanitarie sostenute per le cure al figlio, «Costa Crociere» doveva pagare un risarcimento «per inadempimento e violazione dell’obbligo di sorveglianza e vigilanza sulla sicurezza ed incolumità del minore». Inoltre, una seconda somma era loro dovuta anche per il danno da «vacanza rovinata».
Il giudice ha sostanzialmente accolto le richieste del padre e della madre di Diego e ha condannato «Costa Crociere», che si era costituita in giudizio, a pagare 363 euro per le spese mediche, undicimila e 750 di risarcimento per i danni, altri tremila 500 euro per la vacanza finita male.
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