Bimbo nasce e subito muore. I genitori: ritardi nel parto

PADOVA. Neonato muore un’ora dopo essere venuto alla luce in ospedale e i genitori chiedono una consulenza tecnica al giudice civile sulla vicenda.

A rivolgersi al tribunale sono stati i genitori, alcune settimane fa, presentando appunto un ricorso ai fini della composizione della lite con l’Azienda Ospedaliera dove il parto è avvenuto. I fatti risalgono al 2008, alle 21.30 del 10 gennaio per l’esattezza, quando N.S., 31 anni, incinta e con gravidanza correttamente a termine, si presenta al Pronto soccorso di via Giustiniani con forti dolori addominali.

Non sono incinta, poi partorisce

Bibione. Turista di 25 anni con perdite ematiche nega la gravidanza e dà alla luce un bimbo prematuro

BIBIONE - DINO TOMMASELLA - DE POLO - SEDE PRONTO SOCCORSO

I medici ritengono che il parto sia imminente e la ricoverano in Clinica ginecologica dove, due ore dopo, la donna mette al mondo un bimbo. Ma quello che dovrebbe essere il momento della gioia più grande diventa per N.S. e per il marito L.G. una tragedia: il piccolo è in arresto cardiaco e respiratorio, le manovre rianimatorie non danno alcun esito. I medici che compilano il certificato parlano di morte endouterina fetale.

Ma cos’è successo al neonato?

«L’accertamento necroscopico escludeva la presenza di patologie di rilievo nonché di malformazioni congenite», spiega l’avvocato Matteo Mion che segue i genitori insieme alla collega Fiorenza Tomat. Il caso finisce in Procura (che lo ha chiuso senza ravvisare responsabili). «Nella consulenza tecnica del pm», prosegue il legale, «con riferimento alla registrazione cardiotocografica, si parla di alterazioni del tracciato compatibili con segni di sofferenza fetale; l’ostetrica in servizio omise di allertare immediatamente il medico di guardia».

Giovane mamma partorisce in ambulanza

Aveva così tanta fretta di nascere che la mamma, una trentenne cinese residente a Portogruaro, non ha fatto in tempo ad arrivare all'ospedale di San Donà.

In questo modo, secondo l’avvocato, non si è potuto far partorire immediatamente la donna, anche con ricorso al cesareo. «Tale omissione», conclude Mion, «ha sottratto al piccolo chances di sopravvivenza».