Bimbo ipovedente senza maestra fa solo 4 ore di scuola a settimana
Il caso. Il piccolo soffre di una disabilità visiva, ma è ancora in attesa di un docente di sostegno. La mamma: «È presente solo l’operatore dell’Usl, l’insegnante di ruolo non può seguire mio figlio»

MIRANO. «Costretto a tenere a casa da scuola mio figlio ipovedente, perché manca l’insegnante di ruolo». A denunciarlo è un padre, genitore di un bambino che frequenta una scuola dell’infanzia del Miranese: il piccolo soffre di una disabilità visiva dalla nascita, conclamata e certificata, ma è ancora in attesa di una docente di sostegno che gli consenta di iniziare la scuola. Nel frattempo rimane a casa per gran parte dell’orario scolastico.
Alla materna ci va solo quattro ore a settimana, garantite da un operatore sociosanitario: entra quando gli altri bambini sono già in classe, spesso esce prima di loro. I piccoli si salutano così, a due anni a mezzo, separati da un muro di burocrazia che appare insormontabile. «Sentirsi uguali agli altri, in queste condizioni, è davvero difficile», denunciano i genitori. È l’altra faccia, forse la più odiosa, del problema degli organici ridotti dei docenti. Per Luca (il nome è di fantasia) una maestra non si trova. Almeno per ora. Il suo è un caso più comune di quanto sembri. Le nomine, soprattutto degli insegnanti di sostegno, arrivano ad anno scolastico iniziato, ma in attesa dell’assegnazione di ruolo il peso di una disabilità più o meno grave rimane tutta sulle spalle della famiglia. Non si tratta solo di attendere. In ballo c’è una disparità di trattamento evidente tra chi ha una situazione di normalità psicofisica e chi invece no. Nel caso di Luca, affetto da disabilità sensoriale, le figure di sostegno previste sono tre: un operatore sociosanitario per quattro ore settimanali, una lettrice per dieci e una maestra particolare per un massimo di 28 ore a settimana. I primi due sono stati garantiti, rispettivamente dall’Usl e dalla Città metropolitana, della terza non vi è traccia. Però è quella che garantirebbe il numero maggiore di copertura d’orario e dunque una frequenza regolare della scuola.
«Per ora», spiega la mamma di Luca, «è presente solo l’operatore dell’Usl, quindi la scuola di Luca finisce dopo quattro ore. Della maestra non sappiamo nulla e l’insegnante di ruolo, già sotto organico perché ne servirebbero due, non può seguire anche mio figlio. Chiediamo di velocizzare l’inserimento di una figura che possa almeno evitare a Luca di essere escluso».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video