Bimbo chiede l'elemosina per gioco. Riportato a casa dalla polizia
MESTRE. Nella tarda mattinata di domenica, una pattuglia della sezione polizia ferroviaria di Mestre ha individuato all’interno della stazione un ragazzino di origine asiatica che stava chiedendo l’elemosina ai viaggiatori in transito.
Il bambino alla vista degli agenti non si è assolutamente intimorito e, una volta invitato a seguirli per gli accertamenti di rito da espletarsi in ufficio, ha ingenuamente porto le sue mani ai poliziotti accompagnandosi a loro, con fare fiero e l’espressione sorridente, lungo il marciapiede del binario 1. Gli agenti si sono resi conto che era sordomuto.
Cammin facendo il bambino ha incrociato un uomo di nazionalità nigeriana che ha salutato in modo affettuoso, con un abbraccio. L’uomo ha dichiarato agli agenti di conoscere i genitori del perché frequentatori della medesima moschea dove egli si reca per pregare.
In ufficio il bambino ha scritto il proprio nome su un foglio e gli agenti grazie a tutti i dati raccolti, nel giro di poco tempo sono riusciti a contattare il papà del piccolo, spiegandogli la situazione. Subito dopo la madre del minore raggiungeva gli uffici della polizia ferroviaria di Mestre, raccontando che era circa un’ora che stava cercando suo figlio. Il piccolo, dell’età di 10 anni, affetto dalla nascita da una forma di sordomutismo, nella prima mattinata, unitamente al fratello maggiore, si era recato nel giardino del caseggiato ove abitano, per giocare con i loro amichetti. Dopo poco aveva lasciato la compagnia, non vedendolo ritornare, il fratello maggiore aveva avvisato la madre che, preoccupata, si era messa a cercarlo nei dintorni dell’abitazione, sperando fosse andato da qualche altro amico come accaduto altre volte.
La donna nel frattempo ha ricevuto la telefonata del marito che l’ha informata del ritrovamento del piccolo in stazione. Il bimbo, redarguito dalla madre, con atteggiamento ingenuo, ha riferito di averlo fatto per gioco.
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