Bimbi dei vicini rumorosi E lui fa stalking contro i genitori

Lanci di sassi alla finestra, minacce e insulti sul pianerottolo del condominio Quarantatreenne finisce a processo: «Caos continuo, non riuscivo più a dormire»
01/10/2012 Napoli,aula di Tribunale
01/10/2012 Napoli,aula di Tribunale

MOGLIANO

In un condominio di Mogliano un’intera famiglia è stata terrorizzata per anni da un vicino di casa responsabile di episodi di stalking condominiale. La furia dell’uomo era infatti provocata, a suo dire, dai continui rumori notturni da parte dei bambini che gli impedivano di dormire. La vicenda però ha trovato il suo epilogo in Tribunale dove un quarantatreenne è a processo con l’accusa di stalking e presto sarà imputato in un processo in cui è accusato di oltre 45 episodi di minaccia.



L’intera famiglia aveva il terrore di fare rumore nel proprio appartamento. Padre, madre e due figli erano arrivati anche al punto di non fare più la doccia e non usare l’asciugacapelli per non fare rumore e rischiare di fare arrabbiare lo stalker, che viveva nell’appartamento del piano di sotto di proprietà della madre. Come se non bastasse, erano stati costretti a riempire di gommini le ante degli armadi e dei mobili. In varie occasioni il vicino di casa della famiglia si era reso responsabile di atti gravissimi: mesi fa aveva insultato pesantemente il capofamiglia, padre di due figli e in varie occasioni il tizio è andato a battere in modo violento la porta del loro appartamento urlando frasi del tipo e alle fineste: «Se non apri ti faccio vedere io».. Inoltre l’uomo, quando incontrava per le scale il padre dei bambini, gli ripeteva che gliel’avrebbe addirittura «fatta pagare».



Lo scorso gennaio al presunto stalker le autorità avevano notificato un divieto di dimora e di avvicinamento alla famiglia. Secondo l’accusa formulata dalla Procura i bambini vivevano in un clima di timore tale di avere smesso di giocare sul pavimento arrivando in alcuni casi a fare anche la colazione a letto. Gli episodi di violenza del vicino di casa avevano causato a tutti i membri della famiglia destinataria un costante stato di ansia, che li aveva portati a cambiare il proprio stile di vita. I genitori, ad esempio, avevano chiuso le maniglie degli armadi per evitare che i loro figli potessero prendere oggetti rumorosi; inoltre, i bambini avevano smesso di uscire sul balcone e la loro mamma aveva paura ad uscire da sola.

In Tribunale sono stati chiamati a testimoniare diversi vicini di casa che hanno confermato la versione della famiglia. In aula sono state anche fatte ascoltare alcune registrazioni dei violenti scontri verbali.



In Italia i problemi di vicinato riguardano moltissime persone. L’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari ha stimato in circa due milioni il numero di controversie che interessano i condomìni: 200.000 di queste vengono dibattute davanti a un Tribunale. Alcune condotte di condòmini, bollate come semplice maleducazione, vengono risolte in modo pacifico all’interno del perimetro del palazzo. Altri casi però configurano una fattispecie molto particolare: lostalking condominiale. Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza del 25 maggio 2011. —



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