«Bimbi al guinzaglio» Cartello allo Stinger scatena il putiferio

ZELARINO. Ha fatto talmente discutere nella piazza virtuale di Facebook, che alla fine è stato tolto. Stiamo parlando del cartello “bambini al guinzaglio”, affisso vicino al bancone del bar di uno dei locali più noti e amati a Mestre per i suoi panini, vale a dire lo Stinger. A suscitare un intenso dibattito sia tra gli avventori, che sulla piattaforma sociale, il cartello, volutamente ironico, che però aveva un obiettivo ben preciso: arginare la maleducazione di chi porta i figli a mangiare in via Hayez. A qualcuno l’avviso non è piaciuto, forse perché si è sentito chiamato in causa in prima persona o perché lo stampato raffigurava un omino che tiene al guinzaglio un bambino, giudicato offensivo. La direzione non si è sottratta alle critiche, lanciando un sondaggio tra i clienti dopo che una coppia, in particolare, aveva chiesto spiegazioni.
«Il cartello», posta il titolare Davide Faccin, «è ovviamente un messaggio ironico rivolto esclusivamente ai genitori: più che bambini che gridano e disturbano, ci sono bimbi abbandonati a loro stessi. Ci sono stati numerosi casi in cui il cameriere si è scontrato con un bambino che correva lungo la sala senza controllo, oppure di frigo spenti da bambini sotto il naso del proprio genitore, o altre situazioni spiacevoli. Noi ci troviamo tra clienti che si lamentano del comportamento di questi bambini e altri che vedono questo cartello come disdicevole».
Decine e decine i commenti dei frequentatori. «Mio padre mi diceva “al ristorante non ti muovi dalla sedia”», posta Andrea Magnifico». «Bastava un solo sguardo di mio padre per farmi capire che stavo sbagliando», gli fa eco Francesca. «Spero di riuscire a crescere i miei figli come lui ha fatto con me, l’educazione non è un optional».
«Il discorso è complesso», scrive Paolo, «sicuramente i bimbi non devono essere lasciati liberi di scorrazzare per il locale , ma serve un minimo di tolleranza». «Da padre di due bambini e proprietario di un cane di media taglia», ragiona Andrea, «dico che la colpa del comportamento "fastidioso" di bambini e cani è tutta di genitori e padroni, sono loro i primi maleducati. I miei bambini sanno che se non stanno alle regole si esce dal locale e si torna a casa. Giusto il cartello, almeno per i genitori che non ci arrivano da soli».
C’è chi, come Franco Sinibaldi, spiega che non si tratta di un problema di contenuto ma di forma del messaggio e chi ancora suggerisce invece di creare una zona giochi ad hoc. Fatto sta che il cartello è stato tolto, con la speranza che qualche famiglia ci penserà due volte prima di far correre i suoi bambini per i tavoli. «Purtroppo», commenta il titolare, «viviamo in una società di persone sempre più maleducate: vengono da noi e credono, pagando il panino, di aver comperato il locale, senza capire che hanno di fronte esseri umani cui devono rispetto. Abbiamo i menù per i più piccoli, ma non possiamo permetterci baby-sitter. La forma del cartello era sbagliata e l’abbiamo tolto; forse abbiamo perso qualche cliente, in ogni caso con alcune persone è una battaglia persa».
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