Bimba tolta e poi riaffidata, i genitori chiedono i danni
VENEZIA. Il tribunale dei Minori aveva tolto loro la figlia sospettando maltrattamenti, salvo restituirla due mesi dopo, una volta accertato che non c’era stata alcuna violenza e che mamma e papà erano genitori amorevoli e perfetti. Ora la coppia, che ha vissuto giorni di incubo, ha deciso di chiedere i danni all’Azienda Ospedaliera di Padova. Più precisamente, nel mirino, c’è la Casa del Bimbo Maltrattato che aveva seguito il caso dopo una segnalazione partita dai medici.
«Il tribunale dei Minori ha preso una decisione basandosi sull’erronea valutazione di chi ha inoltrato la relazione», spiega l’avvocato Matteo Mion che ha seguito i genitori, «Se un errore simile fosse stato commesso in ambito privato, il responsabile sarebbe stato sollevato dall’incarico. Cosa che non mi risulta sia avvenuta. Ora una psicologa ha valutato le conseguenze di tale vicenda per i genitori e per la bambina. Dopodiché partirà l’azione di risarcimento danni contro l’Azienda Ospedaliera».
La bimba - ancora neonata - era stata portata in un ospedale del Veneziano (dove la coppia risiede) a gennaio dell’anno scorso con un taglio alla lingua ed era stata successivamente trasferita e operata a Padova. I chirurghi avevano giudicato sospetta quella ferita, attribuita dalla mamma della piccina alla caduta dall’ovetto nel quale l’aveva sistemata. La bimba era risultata inoltre positiva alla cocaina, mentre i genitori erano entrambi negativi.
Per la coppia, era iniziato un incubo: il tribunale dei Minori, a seguito della segnalazione partita da Padova, aveva sospeso la potestà genitoriale e affidato madre e figlia ad una comunità. Il tutto mentre la coppia spiegava disperata di amare la piccolina, di non aver mai usato alcuna violenza nei suoi confronti, di non aver mai utilizzato sostanze stupefacenti.
A dimostrare che mamma e papà dicevano il vero è stata la Procura del tribunale ordinario di Venezia. Il perito, incaricato dal pm, non solo ha ritenuto la ferita alla lingua perfettamente compatibile con la caduta dall’ovetto, ma ha anche stabilito che la presenza di coca era a livelli talmente bassi da escluderne l’assunzione e da far prospettare semmai una contaminazione con l’ambiente.
La Procura ha archiviato il caso, mentre la comunità in cui madre e figlia erano ospitate descriveva il rapporto tra le due e con il padre assolutamente normale e amorevole. Giudizio confermato successivamente dal tribunale dei Minori che qualche giorno fa ha emesso il decreto con cui ricongiunge definitivamente la famiglia.
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