«Bimba finita nel torrente, superata la fase critica»

TRENTO. Le parole che tutti si auguravano di sentire, sono arrivate ieri dal Reparto di Rianimazione dell’ospedale di Trento: «La bimba prosegue in un lento, ma costante miglioramento: i medici confidano che la fase più critica sia stata superata».
Non è ancora la dichiarazione che non sia più in pericolo di vita, ma la piccola A. sta combattendo tenacemente e il suo quadro clinico è molto migliorato rispetto a domenica, quando le sue condizioni erano state definite «disperate»: la bimba - 6 anni, a Santa Fosca con i genitori e altre famiglie amiche, per qualche giorno ad imparare a sciare - era stata ritrovata priva di coscienza nelle acque gelide del torrente Loschiesuoi: quasi un’ora prima, i genitori avevano dato l’allarme, dopo che l’avevano per un attimo persa di vista, mentre giocava con altri bambini al parchetto, vicino al campo sci. I soccorritori - carabinieri, volontari del Soccorso alpino, vigili del fuoco, medici - l’avevano trovata riversa nell’acqua gelida, a qualche centinaio di metri dal campetto. Probabilmente la bimba si è allontanata e poi ha perso l’orientamento, scivolando lungo il boschetto che scende verso il torrente.
Priva di coscienza, in ipotermia grave, era stata trasferita in Elicottero a Trento. Domenica sera, le sue condizioni apparivano disperate, tanto da temere che non riuscisse a superare la notte. Invece la piccola A. combatte con tenacia, anche se ancora è mantenuta in stato di sedazione e, quindi, non è possibile valutare eventuali danni neurologici. Intanto, il suo piccolo corpo sta reagendo con forza: lunedì sera, i medici hanno staccato la macchina per la circolazione extracorporea, utilizzata per alleggerire dalla fatica di pompare il suo piccolo cuore, che ha poi ripreso a battere autonomamente con forza. I medici hanno potuto riscontrare anche il regolare funzionamento dei polmoni e dei reni: giorno dopo giorno, la prognosi resta riservata, ma si fa più ottimistica, pur a fronte della pesante incognita neurologica.
Intanto, nessuna novità sul fronte indagini, dopo che i carabinieri di Cortina hanno inviato un primo rapporto alla Procura di Belluno, concludendo - dopo aver sentito numerosi testimoni - per un drammatico incidente. Ora la magistratura dovrà valutare se restino da verificare eventuali responsabilità di terzi o se chiudere l’inchiesta.
«Non si può parlare di un luogo pericoloso», ha detto il responsabile della sezione locale del Soccorso alpino, «nella zona si trova un parco giochi invernale ed estivo e i genitori sono conosciuti, perché da diversi anni frequentano la zona. Non possiamo sapere cosa è successo, ma seguendo le piccole orme è certo che la piccola ha percorso 400 metri prima di cadere nel torrente».
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