Bilancio, primo via libera dalla giunta
Bilancio adottato ieri dalla giunta. Adesso osservazioni e modifiche saranno studiate in questi giorni. E l’approvazione definitiva dovrebbe arrivare venerdì. Bilancio in pareggio, com’era nel mandato del commissario Zappalorto. Ma a prezzo di tagli pesanti, aumenti delle tariffe e operazioni discutibili. Lavoro che ha impedito di dichiarare il «predissesto finanziario» e dunque mettere le basi per un nuovo scioglimento del Comune.
Il dato di partenza era un «rosso» di 55 milioni di euro. Debiti e penalità per il mancato rispetto del Patto di Stabilità accumulati negli ultimi anni. La situazione lasciata dalla giunta Orsoni è addirittura peggiorata. E dopo i tagli ai servizi e alla parte variabile degli stipendi dei lavoratori comunali si è arrivati anche a tagli più massicci. Con diminuzioni di servizi e aumenti che hanno interessato le mense scolastiche, il taglio del servizio «Spazio cuccioli». E poi l’azzeramento quasi totale dei contributi alle istituzioni culturali e alle associazioni sportive. In primo luogo il teatro La Fenice, che dovrà rinunciare ai due milioni di euro che ogni anno gli garantiva il suo socio fondatore, il Comune di Venezia.
Tagli netti, che il subcommissario al Bilancio Vito Tatò giustifica con l’esigenza di «mettere in pareggio il bilancio». Quello che la politica avrebbe potuto mediare, anche a livello di governo, non è stato concesso ai commissari. Che hanno scelto la strada «tecnica» degli aumenti.
Ecco allora i 5 milioni di euro che arriveranno dall’incremento degli abbonamenti Actv e dei biglietti turistici. Ma anche i 10 milioni che arrivano dalle plusvalenze di un derivato sottoscritto con la Merryl & Linch. Una volta tanto i derivati portano soldi. E anche con la ridiscussione di alcuni mutui. Un «regalo» arrivato da Roma con il mancato taglio di 8 milioni sui trasferimenti dello Stato. E infine 10 milioni di euro che entreranno come «beneficio pubblico» sulle operazioni edilizie contrattate con i privati. È il caso delle Procuratìe Vecchie, di proprietà delle Generali, che adesso potranno essere restaurate e trasformate, pur con alcuni vincoli di destinazione e una parte di uso pubblico. Ma anche di altre operazioni come l’Accordo di programma con il Porto per la nuova viabilità a Marghera, e adesso quello con la Save per il terminal dell’aeroporto.
Approvazioni di progetti in cambio di soldi che devono entrare nelle casse vuote di Ca’ Farsetti. Operazioni che la politica adesso vuole verificare, perché in qualche caso, secondo i candidati sindaco, i commissari non si sarebbero limitati a un ruolo di ordinaria e tecnica amministrazione.
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