Bilancio, il Comune non ce la fa più

Il deficit è ormai strutturale. Le vendite di immobili non sono bastate e ne servono altre. Necessario aumentare le entrate
CAIAFFA VENEZIA 29.02.2008.- CONVEGNO FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETA'. S. GIOVANNI EVANGELISTA. ANDREA FERRAZZI.- INTERPRESS
CAIAFFA VENEZIA 29.02.2008.- CONVEGNO FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETA'. S. GIOVANNI EVANGELISTA. ANDREA FERRAZZI.- INTERPRESS

Giorgio Orsoni, Vittorio Zappalorto e ora Luigi Brugnaro. Cambiano nomi e volti di sindaci e commissari di Venezia, ma la realtà resta sempre lo stessa: il Comune non ce la fa (più) a rispettare il Patto di Stabilità e anche quest’anno, come ha fatto capire anche Brugnaro il giorno della sua “operazione-verità” sui conti di Ca’ Farsetti, si avvia a sforarlo per il terzo anno consecutivo, con uno sbilancio di circa 64 milioni di euro che certo non sarà recuperato negli ultimi tre mesi del 2015. Lo spiegherà questa mattina ai consiglieri comunali anche l’assessore al Bilancio Michele Zuin nella Commissione convocata proprio per fare il punto della situazione. Ormai un problema strutturale, perché il Comune, di fatto, spende assai più di quanto incassa, soprattutto da quando sono crollati di un’ottantina di milioni di euro gli introiti del Casinò e la partita dei fondi annuali della Legge Speciale da Roma si è di fatto chiusa da diversi anni. Anche le alienazioni immobiliari e mobiliari - che hanno tenuto in piedi la “baracca” per qualche anno consentendo il rispetto del Patto - ormai non sono più una risorsa, perché l’Amministrazione ha ceduto quasi tutto ciò che di appetibile per il mercato aveva da vendere, ed è rimasto ben poco. Come i terreni, presto edificabili, dell’area del Quadrante di Tessera, in “pancia” alla Cmv spa, la società patrimoniale del Casinò, destinati a essere venduti per coprire i debiti della società, strutturalmente in perdita, che altrimenti ricadrebbero sull’Amministrazione.

A questa situazione generale non c’è rimedio, a meno di non trovare nuove, consistenti fonti di entrata dal settore turistico. Ma siamo fermi, per ora, all’idea di richiedere un contributo volontario ai crocieristi che sbarcano a Venezia - in accordo con le compagnie di crociera - ventilata dal sindaco, che porterebbe comunque al massimo qualche milione di euro in cassa. Difficile pensare a una drastica “cura dimagrante” della macchina comunale - pur in parte prevista - per i conseguenti problemi occupazionali. E allora non resta che la tradizionale richiesta d’aiuto al Governo - che ci sarà - anche se in questo caso ammantata di un tono rivendicativo proprio per il taglio pluriennale dei fondi di Legge Speciale. Chiedendo, di fatto gli arretrati.

Intanto le opposizioni si fanno sentire. «Nell’ultimo Consiglio comunale», dichiara il senatore Felice Casson, «era stata approvata una mozione da me presentata per lavorare insieme per risolvere i problemi di bilancio, ma il Consiglio non si riunisce mai e sarebbe ora che davvero si cominciasse a fare un lavoro condiviso».

Sulla stessa linea il capogruppo del Pd Andrea Ferrazzi: «Non c'è bisogno di alcuna “operazione verità”. La situazione è nota, anzi, arcinota e denunciata più volte anche dal sottoscritto. Ciò di cui c'è bisogno, invece, è di capire come chi si è presentato come salvatore della patria in campagna elettorale intenda invece passare dalle chiacchiere ai fatti. Tutto ciò che il Commissario aveva deciso è stato dal sindaco e dalla sua maggioranza pienamente avallato».(e.t.)

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