Bilancio, i dissidenti fucsia pronti a ripetere il loro no
VENEZIA. Dopo la Tari, il bilancio. Il “gruppo dei quattro” della Lista Brugnaro - i consiglieri Renzo Scarpa, Ciro Cotena, Ottavio Serena e Giancarlo Giacomin - dopo lo “strappo” sulla tassa dei rifiuti con il voto contrario in Consiglio comunale all’aumento del 5,5 per cento dell’imposta deciso dalla giunta, potrebbe non votare anche il bilancio di previsione 2017, segnando ulteriormente le distanze della linea della maggioranza, anche se una decisione definitiva non è stata ancora presa.
Se ne è avuto sentore anche ieri mattina con un vero e proprio scontro in Commissione tra Scarpa e l’assessore al Bilancio Michele Zuin, esaminando il parere dei Revisori dei conti sul documento contabile del prossimo anno di Ca’ Farsetti. I revisori tra l’altro sottolineano la necessità di un attento e continuo monitoraggio delle entrate per il finanziamento degli investimenti che potrebbero non essere certo, ma invitano anche a verificare le previsioni di cassa, per mantenere in equilibrio le entrate. E accendono i riflettori anche sulle società partecipate come Veritas e Avm che pur con i conti a posto, «evidenziano notevoli esposizioni finanziarie» anche queste da monitorare.
Proprio su questi aspetti e sulla necessità di un controllo strutturale della spesa da parte del Comune per non dover affrontare problemi di liquidità o attingere a entrate che sarebbero vincolate, ha messo l’attenzione Scarpa, suscitando le ire dell’assessore che lo ha in pratica accusato di «remare contro» la sua giunta.
Da parte sua, Scarpa come i componenti della sua corrente, evidenziano come i problemi posti sono di contenuto e non di opposizione politica.
«Rispetto all’aumento della Tari» spiega Scarpa «abbiamo evidenziato come circa 3 milioni di euro di spese denunciati da Veritas non troverebbero giustificazione nei conti, in particolare gli oltre 2 milioni di euro in più previsti per il prossimo anno per il trasporto dei rifiuti, una voce che dovrebbe essere già compresa nella quota che il Comune riconosce all’azienda per lo smaltimento. Rischiamo di pagare due volte per lo stesso servizio. Stornando quei 3 milioni dal bilancio di Veritas anche l’aumento delle tariffe potrebbe essere molto più contenuto. Abbiamo inoltre rilevato, sulla base dei dati dall’Autorità di Bacino come i dati sui costi del servizio rifiuti di Veritas siano nettamente i più alti fra quelli di tutte le aree territoriali veneziane, in una proporzione che la sola pressione turistica su Venezia non può giustificare. Vorremmo da parte della giunta puntuali verifiche e non solo un’accettazione passiva di ciò che dichiara l’azienda, anche ad esempio sulla strano aumento della quantità di raccolta indifferenziata». La tensione, dunque, continua.
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