Bigoi, schie e sarde al “bacaro venexian” che spopola a Tenerife
TENERIFE. Un angolo di Venezia in mezzo all’Oceano Atlantico. Maurizio Cappello, 62 anni, storico titolare dell’Hostaria Venexiana, in Fondamenta dei Tre Ponti, ha aperto da febbraio un “bacaro venexian” a Tenerife, la più grande isola dell’arcipelago delle Canarie, che in totale accolgono quasi 25.000 italiani.
Maurizio Cappello ha aperto, nella Costa del Silencio, “Da Maury al bacaro venexian”. Per gestire il locale si fa aiutare da Marcello Brasi, 53 anni, storico imprenditore edile, che, al Lido di Venezia, aprì tre ristoranti di pesce, fra cui il mitico “Caribe”, e Carlo Bruno, 61 anni, barista, che ha gestito locali a Venezia.
«Sono arrivato qui cinque anni fa», esordisce Maurizio Cappello, «ho lasciato l’Hostaria Venexiana a mia moglie dopo la separazione e sono venuto qui, attratto dal clima mite. Ho esportato le mie specialità gastronomiche nell’isola e i fatti mi hanno dato ragione. I turisti, italiani, per non parlare dei tanti veneziani, alcuni dei quali si sono trasferiti qui, vanno pazzi per i bigoi in salsa, le sarde e i gamberi in saor, il baccalà mantecato, le seppie in tecia e le schie con la polenta. Ma la vera chicca è la macedonia di pesce».
Un cliente che entra “da Maury” è attratto subito dal gonfalone orogranata con il leone della Serenissima, che fa bella vista di sè sul banco delle mescite. Assaporare le delizie della gastronomia veneziana in mezzo all’Oceano Atlantico è appagante: «E ancor di più», aggiunge Cappello, «quando, nel periodo di alta stagione per Tenerife, e cioè da novembre a marzo, arrivano i tanti gondolieri e motoscafisti che vengono a svernare qui. Parlare con loro in dialetto è davvero impagabile e ti fa tornare la nostalgia di tornare a Venezia».
Chi, invece, non alcuna voglia di tornare nella sua città natale è Marcello Brasi, che aiuta Cappello nella gestione del locale: «Sono da due anni a Tenerife con la mia famiglia», esordisce l’ex imprenditore edile», mia moglie ha aperto un’agenzia che organizza escursioni nell’isola e l’attività va abbastanza bene. Nel frattempo, dopo aver lavorato tanto a Venezia, me ne sono stato due anni in spiaggia senza fare nulla. Un giorno, mi ha telefonato l’amico Maurizio e mi ha chiesto se potevo aiutarlo, sia in cucina che in sala del bacaro, e io sono stato ben felice di accettare il suo invito». E se le cose andranno avanti così, l’angolo di Venezia a Tenerife non potrà che continuare a riscuotere successo. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia